Nel suo ultimo incontro con il presidente americano, Angela Merkel ha affrontato il nodo della possibilità di armare l’Ucraina. Un ruolo da protagonista sul piano politico – rileva Stratfor – che non è piaciuto ai tedeschi, che lo hanno percepito come il segno di un nuovo ruolo della Germania nel mondo e con cui non sono a loro agio.
POSIZIONI DISTANTI
La soluzione del dossier, vede al momento distanti le due sponde dell’Atlantico e in particolare Washington e Berlino. Nelle scorse ore, prima la Nato e gli Usa poi hanno lasciato intendere che non vedrebbero di cattivo occhio l’idea di fornire a Kiev strumenti offensivi più efficaci. Per il momento la Casa Bianca non ha deciso, ma non chiude le porte a questa opzione. I Paesi europei (ad eccezione delle repubbliche baltiche e della Polonia), sono invece fortemente contrari. Tra quest’ultimi spicca Berlino. La Russia, però, continua ad armare i ribelli nell’Est del Paese e per l’Ucraina diventa sempre più difficile combattere ad armi pari.
LA CONTRADDIZIONE TEDESCA
A differenza degli scorsi anni – sottolinea il sito di analisi geostrategiche fondato da George Friedman – la Germania è percepita in Europa, a torto o ragione, come una delle cause della crisi economica che attanaglia il continente. In poco tempo ha raggiunto un ruolo di leadership nell’Unione, ma è riluttante ad assumerne le responsabilità. Mentre Washington teme che Mosca possa rialzare la testa come nel passato, Berlino preferisce rimanere nel mezzo. “La Germania – prosegue Stratfor – si confronta con un duplice problema. Da un lato sta cercando di tenere l’Unione Europea insieme. Dall’altro vuole assicurarsi che la Germania non avrà l’onere di mantenere questa unità. Non vuole partecipare a nessuna azione militare. Ma allo stesso tempo non vuole allontanarsi dal sostegno al governo in Ucraina“.
C’è una contraddizione insita nella strategia Berlino. “I tedeschi non vogliono essere visti come assertivi o minacciosi, eppure stanno prendendo posizioni che lo sono. Nella crisi ucraina, la Germania è stata costretta – più dalle circostanze che dalla politica – a svolgere un ruolo di primo piano“.
LA VISITA A WASHINGTON
È con queste idee nella mente che la Merkel è andata a Washington. “Di fronte a una crisi travolgente all’interno dell’Unione europea, la Germania non può permettersi una guerra in Ucraina. Le minacce degli Stati Uniti di armare gli ucraini erano esattamente quello di cui non aveva bisogno. Per questo ha cercato di ammorbidire la posizione americana. Ma anche la posizione statunitense – ricorda Friedman – viene da lontano. Ha a che fare col rispetto dei diritti umani calpestati in Ucraina, ma anche da quando la prima guerra mondiale, la seconda guerra mondiale e la guerra fredda. In quei casi gli Stati Uniti avevano un unico imperativo: a nessuna forza egemone europea potrebbe essere consentito di dominare il continente, perché un’Europa unita era l’unica cosa che poteva minacciare la sicurezza nazionale“. Una paura messa da parte per quella, ancora più primordiale, di una Russia che tornasse ad espandersi inglobando Kiev.