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Vega, come parte la quarta missione del lanciatore

C’è molto di italiano nella quarta missione del lanciatore Vega, che ha portato in orbita, dalla Guyana francese, il veicolo sperimentale di rientro IXV (Intermediate eXperimental Vehicle) dell’Agenzia spaziale europea.

UN PASSO IMPORTANTE

Il veicolo, portato a 412 km dal lanciatore costruito a Colleferro, per poi ammarare nell’Oceano Pacifico, dopo circa un’ora e 15 minuti di missione, rappresenta un passo fondamentale per il futuro del trasporto spaziale e una conquista per l’Italia e per l’Europa. Con questa missione infatti, si avvia lo sviluppo dei futuri veicoli di rientro riutilizzabili, destinati al volo orbitale e suborbitale.

IL RUOLO DELL’ITALIA

Ciò vede l’Italia al primo posto in Europa, grazie ai contributi dell’Agenzia spaziale italiana, del Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira) di Capua, che ha, tra le altre cose, qualificato il sistema di protezione termica della navetta e dell’industria nazionale, con Thales Alenia Space Italia prime contractor di un programma che coinvolge 40 partner europei. A loro si aggiunge il centro di controllo Altec, che ha seguito da Torino l’intera missione.

I DATI RACCOLTI

Con IXV per la prima volta nella storia, un velivolo europeo ha effettuato un rientro controllato e manovrato nell’atmosfera terrestre. I dati raccolti saranno ora fondamentali per la concezione e realizzazione dei futuri sistemi di rientro riutilizzabili, destinati allo svolgimento di diverse attività nello spazio “vicino”, come ad esempio il recupero di detriti oppure il trasporto di rifornimenti e astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.


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