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Italia Unica, gli slalom di Passera tra Alfano, Boldrin, Fini e Zanetti

A Foggia, giovedì 12 febbraio, è previsto un appuntamento organizzato dalla Fondazione Tatarella in cui sono in programma interventi, fra gli altri, di Gianfranco Fini, Flavio Tosi e Corrado Passera. Ma l’ex banchiere e leader di Italia Unica non ci sarà. Anche se ha rapporti sereni con il sindaco di Verona, ora in difficoltà per la prorompenza del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, che cerca di relegarlo a una figura localista, l’ex ministro del governo Monti ha preferito non partecipare a una manifestazione che cerca di prefigurare una nuova destra oltre l’attuale centrodestra.

MARETTA POPOLARE

Ma se Passera respinge l’etichetta di destrorso, pure con i centristi degli altri movimenti moderati le relazioni non sono esaltanti, per usare un eufemismo. Gli addetti ai lavori hanno notato che lo scorso 31 gennaio, giorno di fondazione ufficiale di Italia Unica, al battesimo del partito passeriano spiccava l’assenza di esponenti di Area Popolare, ovvero di Ncd e Udc. C’era sì Mario Mauro, già ministro della Difesa nel governo Letta, ma Mauro pur essendo un popolare non aderisce al gruppo parlamentare nato per volontà dei partiti capeggiati rispettivamente da Angelino Alfano e Lorenzo Cesa. Assenza casuale quella di Area Popolare? Non troppo. Area Popolare era stata invitata ma ha deciso, evidentemente, di non inviare alcun rappresentante all’assemblea fondativa di Italia Unica. D’altronde non sono mancate di recente staffilate di Passera all’indirizzo di Alfano, che ha risposto a tono.

LE SCELTE DI SCELTA CIVICA

Più distesi i rapporti con quello che resta di Scelta Civica. Passera era presente al congresso del movimento fondato e affondato da Mario Monti ma i passerotti – molti dei quali provenienti proprio dall’esperienza montiana – pur apprezzando le doti e la passione del neo segretario Enrico Zanetti non hanno ben compreso la decisione del sottosegretario all’Economia di restare nel governo ma avanzando rilievi consistenti all’azione del premier, anche per l’Opa lanciata su una parte del gruppo di Scelta Civica al Senato.

DUBBI BOLDRINIANI

Anche con un altro esponente della galassia liberale i rapporti di Passera si sono raffreddati. E’ il caso di Michele Bodrin, economista turbo liberista, già leader di Fare per fermare il declino, con cui nei mesi passati Passera aveva avviato una serie di pour parler anche con seminari pubblici. Ma le ultime scelte dell’ex banchiere non state apprezzate da Boldrin che oggi sul sito Noisefromamerika ha scritto un lungo post. Il succo? Ecco una frase clou: “Avremmo visto decisamente meglio Corrado Passera inserito in un’iniziativa più ampia e articolata – di convergenza di diverse associazioni, persone e movimenti su un programma ed un gruppo dirigente – che non attore principale che recita solitario un monologo di buone intenzioni. Siamo andati dicendoglielo per più di un anno e ora ci sentiamo di poterlo dire in pubblico, peccato che non abbia voluto ascoltare”.



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