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Come cambia la cyber security negli Stati Uniti

Maggiore interazione tra pubblico e privato, information sharing, accentramento delle competenze cyber rispetto all’attuale organizzazione delle numerose agenzie di sicurezza nazionale, potenziamento della cooperazione con i Paesi alleati: sono queste le basi su cui è stato pensato ed entrerà in funzione il Cyber Threat Intelligence Integration Center, nuova unità dedicata ad affrontare la minaccia cyber negli Stati Uniti, nata sotto l’egida della Casa Bianca e del Department of Homeland Security e inserita nell’Office of the Director of National Intelligence (ODNI).

L’annuncio della nuova unità è avvenuto nell’ambito di una conferenza al Wilson Center da parte di Lisa Monaco, Advisor del presidente Obama per l’Homeland Security ed il Counter-Terrorism.

La nuova organizzazione e i recenti sviluppi in ambito cyber sono espressione diretta dell’attenzione crescente che gli Stati Uniti e l’amministrazione Obama dedicano ai temi della cyber security e del cyber crime. Come Lisa Monaco ha più volte affermato nel corso del suo intervento, nei prossimi anni sarà sempre più necessario potenziare strumenti e risorse per prevenire le minacce che provengono dall’utilizzo della rete e dalla diffusione dell’ICT in tutti gli aspetti della quotidianità, da quelli più sensibili a quelli meno evidenti.

La nuova unità, anche denominata CTIIC, avrà un proprio budget, proprie risorse (che non saranno “cannibalizzate” dalle agenzie esistenti) ed avrà quale compito principale la collezione e l’integrazione di qualsiasi informazione su eventuali rischi in ambito cyber.

L’idea di base sarebbe, dunque, quella di creare un organismo unico e centralizzato rispetto alle tante agenzie statunitensi che operano nell’ambito della sicurezza nazionale. Allo stesso tempo, il CTIIC sarebbe chiamato a costruire un sistema di interrelazione con il mondo privato e dell’industria, al fine di monitorare e prevenire eventuali aggressioni nei confronti del sistema economico statunitense e, contemporaneamente, favorire la condivisione delle informazioni circa gli attacchi già subiti dai privati. Attraverso tale metodologia, secondo il capo dell’Homeland Security statunitense, sarà possibile potenziare barriere difensive e abbassare il livello di vulnerabilità delle stesse, prevenendo l’esposizione a rischi evitabili solo attraverso la condivisione informativa.

La cooperazione con il privato diviene un momento centrale per l’amministrazione Obama, tanto importante che nei prossimi giorni, come annunciato nel corso dell’intervento di Lisa Monaco, si terrà a Stanford un incontro tra i vertici della Casa Bianca, il presidente Obama e i maggiori esperti di cyber security della nazione, con la partecipazione diretta dei professionisti più giovani, che avranno la possibilità di essere ascoltati in prima persona dal presidente per condividere il proprio pensiero circa rischi e opportunità correlati all’uso della rete.

Il dipartimento dell’Homeland Security e l’ODNI sono intenzionati a rafforzare i propri organici attraverso il reclutamento dei più giovani, così da poter contare su risorse valide e allo stesso tempo destinate a crescere e studiare le nuove minacce. Una politica di questo tipo svelerà presto i suoi risultati e contribuirà a migliorare i successi sino ad ora ottenuti nella lotta, sempre più dura, a cyber-terrorismo, cyber-warfare, cyber-espionage e cyber-crime.


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