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Chi era David Carr, il giornalista del NY Times morto a 58 anni

È morto a 58 anni il giornalista americano David Carr. Editorialista del New York Times, Carr noto e stimato esperto di Internet e media. Carr si è sentito male nella redazione del giornale intorno alle 21 ora locale e quando è arrivato in ospedale era già morto.

ESPERTO DI MEDIA

Lo scorso dicembre era stato Roma, ospite di un convegno organizzato dal Centro studi americani, in collaborazione con la Luiss e l’ambasciata degli Stati Uniti. In passato aveva avuto forti problemi di salute, causati da una tossicodipendenza e da un cancro.

Durante la sua ultima visita nella Capitale, ebbe con Formiche.net una conversazione sulla rivoluzione dei social media nel mondo dell’informazione, sulle mire di Facebook e sullo strapotere di Google. Carr curava per il NYT la rubrica “The Media Equation“ ed era proprio scrivendo dei rapporti tra i media e la Rete che era diventato noto al grande pubblico.

I CITTADINI E L’EDITORIA

L’editorialista considerava l’attuale crisi dell’editoria come un momento difficile ma al tempo stesso entusiasmante. Tempi di grande cambiamento, in cui il cittadino e il suo bisogno di verità tornano al centro della scena. “Credo che siano tempi stimolanti per l’informazione. Non mi è mai piaciuto troppo essere un giornalista e lo dico con la consapevolezza di chi ha un lavoro, in un momento in cui molti miei amici non ce l’hanno, perché i media vivono una fase di violento cambiamento, con tremende conseguenze umane. Cinque anni fa, quando uno dei miei figli mi disse che voleva entrare nel business dei media e del giornalismo, risposi: “No, non farlo!”. Ora credo sia ok. A New York, c’è una grossa immissione di capitali nella produzione di contenuti e chissà a cosa porterà. Sono un grande fan di molti dei siti più nuovi. Mi piace Quartz, mi piace Gawker, trovo bello quello che sta facendo Buzzfeed. Suppongo che fare il giornalista qualche anno fa fosse molto più semplice o comodo, ma dobbiamo confrontarci con la situazione che c’è ora, non con quella che vorremmo ci fosse. E poi sono certo che fosse fantastico per alcune persone avere il monopolio dell’informazione, ma le persone hanno deciso diversamente“.

IL CONCETTO DI GIORNALISMO

Carr aveva un concetto etico di giornalismo, che non ha mai nascosto, nemmeno nell’affrontare temi spinosi come il rapporto tra informazione e il potere o il caso Datagate. “Il governo – disse a Formiche.netdeve fare il suo lavoro, ma da cittadino, però, ho il diritto di sapere cosa fa. E da giornalista credo che ciò vada raccontato, come anche il NYT ha fatto, dopo le rivelazioni. Se i cronisti riportassero solo quello che le istituzioni vogliono che si sappia, i media perderebbero di affidabilità e credibilità. E trovo assolutamente folle qualsiasi provvedimento governativo volto a perseguire, come criminali, i giornalisti che fanno il loro lavoro“.


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