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Che cosa unisce Italia e Grecia? Il boom dei miliardari

Una cosa accomuna l’Italia alla Grecia e non è l’enorme debito pubblico, perché quello per fortuna a Roma si continua a pagarlo: è il tasso di arricchimento di una fetta piccolissima della popolazione. L’Ultra Wealth Report 2014 di Wealth-X e Ubs ha di recente fotografato la popolazione mondiale dei Paperoni definiti tecnicamente con un acronimo “Uhnw, Ultra high net worthindividual, ovvero coloro che hanno un patrimonio netto superiore ai 30 milioni di dollari, insomma i miliardari di una volta. Si tratta di una lettura interessante. Ebbene, nel periodo luglio 2013-giugno 2014, prendendo in considerazioni aspetti quali composizione geografica, genere e fonti di ricchezza, i tre partner europei che hanno mostrato la maggiore popolazione di milionari sono stati la Germania (19.095 individui), il Regno Unito (11.510) e la Svizzera (6.635).

Fin qui nulla di sorprendente, visto che si tratta della prima economia europea, della principale piazza finanziaria del mondo e della patria del segreto bancario. Ma la cosa curiosa è piuttosto che le migliori performances le hanno mostrate due paesi da tempo sotto osservazione dei mercati e dei controllori di Bruxelles: l’Italia, rispetto al 2013, ha fatto registrare un aumento dei milionari (fortune personali sopra i 30 milioni di euro) del 10,6%, in termini numerici e del 14,9% in termini di ricchezza per un totale di 2.295 Paperoni su 61.000 totali in Europa e una ricchezza complessiva di 270 miliardi di euro.

La Grecia, mai come in questi frangenti di nuovo appesa ad un filo tra un nuovo default o l’allungamento dei termini debitori, non è stata da meno, perché lì i super ricconi sono saliti a 565 unità (+16,7% sul 2013) per un patrimonio totale di 70 miliardi di euro, una cifra enorme considerando le dimensioni del Pil ellenico (che è poco più del doppio) e del debito pubblico (316 miliardi di euro).

Questo tesori sono rimasti dentro i confini o hanno già preso il volo? Non è dato sapere. Di certo si può aggiungere un’altra considerazione: entrambi i paesi sono afflitti da un’endemica evasione fiscale. Il premier greco Alexis Tsipras ha dichiarato che nei suoi piani di riforma c’è anche la caccia ai circa 30 miliardi di euro nascosti nei Cantoni, il governo Renzi ha appena varato l’anagrafe bancaria per scovare i responsabili dei 120 miliardi di euro annui che eludono il Fisco.

I dati del report non devono portare a conclusioni affrettate. Che ci siano più persone iper-agiate non è evidentemente una iattura per il sistema capitalistico, se queste poi contribuiscono a migliorare la società investendo i profitti nella propria attività imprenditoriale o magari avviando attività filantropiche. Anzi è la condizione necessaria per allargare il benessere. Non può però non destare sconcerto che il boom si sia verificato nel periodo in cui Pil e occupazione venivano giù, facendo da terreno fertile alla recessione.

L’indagine dimostra poi che la ricchezza italiana è cresciuta molto più velocemente rispetto sia alla media europea che a quella globale, nonostante gli indicatori macroeconomici siano stati prevalentemente negativi (solo ora si affacciano per il 2015 alcuni timidi segnali di ripresa): gli individui “Ultra” hanno aumentato il proprio patrimonio, traendo profitto da settori specifici. Si tratta di una community che ha costruito la maggior parte della propria fortuna personale in mercati di nicchia come il tessile, l’abbigliamento e i beni di lusso, un’industria, quest’ultima, da cui oltre il 13% della popolazione Uhnv ha derivato la propria fortuna.

La popolazione dei Paperoni possiede solo il 2,5% della ricchezza totale del Belpaese, la quota più bassa tra tutti gli Stati oggetto del report. Ma questo elemento, che parrebbe dimostrare una distribuzione del reddito più equa rispetto alle economie vicine, non deve far gioire, perché molti di questi soggetti nati sotto le Alpi, o eredi di facoltose famiglie italiane, potrebbero aver lasciato il suolo natio.



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