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Pd, voglia di quoziente familiare?

Il Pd comincia a prendere, seppur con le molle, in esame la possibilità di introdurre nella delega fiscale una forma di quoziente familiare. Se n’è parlato nella riunione di lunedì scorso nella sede del Partito Democratico quando Matteo Renzi ha voluto incontrare i parlamentari per fare il punto sul fisco.

Introdurre un quoziente familiare puro alla francese costerebbe non meno di 13 miliardi e – secondo la maggioranza – questa cifra non sarebbe sostenibile col bilancio pubblico, soprattutto considerati i vincoli di finanza pubblica e i numeri della Legge di Stabilit.
Parti del Pd, soprattutto l’area cattolico democratica, ma con l’appoggio anche di parte dell’ala sinistra del Pd, si starebbe orientando verso uno strumento del costo massimo di 8 miliardi. Lo stesso Stefano Fassina, già viceministro dell’Economia, e ora in posizione critica rispetto a Renzi, non ha mai fatto mistero di auspicare una riforma del fisco per sostenere i redditi medi-bassi.

Non sarebbero in questione gli scaglioni dell’aliquote, ma in pratica si starebbe ragionando sulla possibilità di estendere il bonus bebè oltre i tre anni del bambino. A questo andrebbe accompagnato un rafforzamento delle detrazioni, crescenti secondo il numero dei componenti del nucleo familiare. La scadenza non è immediata, anche perché il governo ha già fatto sapere che intende chiedere una proroga della scadenza della delega fiscale inizialmente prevista per il 31 marzo.

Mancano infatti i decreti sui giochi e poi quelli sul contenzioso, e a questi potrebbe essere accompagnato un articolato che va ad incidere sul calcolo del peso fiscale in base al numero dei figli. Da rivedere poi il bonus degli 80 euro per includere gli incapienti e i pensionati, una riforma questa fortemente voluta dai sindacati. Temi questi su cui ci potrebbe essere una saldatura tra Pd, Area Popolare, Scelta Civica, oltre ad ampi settori di Forza Italia.

Una parte del Pd potrebbe prendere spunto dalla proposta del Forum delle Associazioni Familiari, organizzazione molto vicina ai vescovi. Il “Fattore Famiglia” del Forum introduce una ”no tax area familiare” determinata dai costi di mantenimento ed accrescimento dei singoli componenti del nucleo familiare; più persone sono presenti nel nucleo, maggiore sarà il reddito non sottoposto a tassazione. Un meccanismo molto simile a quello che avviene in Francia.

La no tax area si calcola moltiplicando il costo di mantenimento del dichiarante per un coefficiente dedotto da una scala di equivalenza definita dal numero dei componenti e dalle problematiche del nucleo familiare. Sono poi adottati criteri oggettivi e aggiornabili anno per anno per misurare la no tax area: in particolare adotta la soglia di povertà misurata dall’Istat annualmente (circa 7.000 euro per persona sola, oggi).

La proposta del Forum usa poi un “coefficiente familiare” progressivo rispetto al numero di figli: in altre parole il peso dei figli viene adeguatamente riconosciuto (oltre il doppio di quanto faccia oggi ad esempio l’ISEE).

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