Le dichiarazioni di Dolce&Gabbana, Domenico e Stefano, sulla loro legittima opinione e le loro convinzioni circa il bene dei figli e la famiglia, hanno scatenato un putiferio mediatico considerevole e preoccupante. Solo per aver dichiarato quale sia la loro idea di famiglia – che si fonda sulla loro esperienza famigliare e che giudicano sbagliate le coppie omo che adottano figli i quali non essendo naturali si devono considerare “sintetici” – sono stati insultati da Elton John e stanno subendo un ridicolo, quanto inefficace, boicottaggio dei loro prodotti da alcuni esponenti gay del mondo musicale e cinematografico.
Una cosa simile era capitata a Guido Barilla che dopo le dichiarazioni rilasciate al programma radiofonico “La Zanzara” del 24 settembre 2013 (nelle quali dichiarava che mai avrebbe fatto un “spot Barilla con famiglie gay” e che – aggiunse – ”per noi il concetto di famiglia è sacrale, rimane uno dei valori fondamentali dell’azienda. La salute, il concetto di famiglia. Non faremo uno spot gay perché la nostra è una famiglia tradizionale”) era stato aggredito verbalmente e minacciato sui social media, sino a “cambiare idea” e nominare un rappresentante della potente lobby gay americana negli organi societari.
Nel caso di D&G, come in quello del “cedevole” Guido Barilla, nel testo delle dichiarazioni “messe all’indice” non c’è nulla di scomposto né di offensivo. Anzi nell’affermare la propria esperienza si mette in evidenza il “rispetto delle opinioni altrui”. La frase più stigmatizzata da parte dell’anziano cantante inglese si riferisce alla definizione di “figli sintetici”, cioè l’opposto di naturali.
E’ utile ricordare che lo stesso Elton John recentemente e in diversi giornali inglesi commentava che per due anni il bambino non ha fatto che piangere, un pianto inconsolabile, al punto che grazie alle decisive provviste di denaro Elton John decise di far prelevare dal seno della “madre biologica” (che per inciso vive a diecimila chilometri di distanza da Londra) il latte e farlo arrivare quotidianamente via jet privato in Inghilterra, per provare a lenire la sofferenza del piccolo Zac. Quale prova migliore della “artificialità” della situazione?
Dimenticavamo che la madrina di Zac è Lady Gaga, famosa per la sua ‘”tolleranza”, perché lei pensa che tu possa essere chiunque vuoi e che non devi vivere in un mondo di conformismo”. (David Furnish, 7 aprile 2011).
Tolleranza, rispetto, non conformismo, libertà di espressione e opinione altrui, ma anche della esperienza altrui.Tutto cancellato se si è fuori dal coro del gay correctness. Duole dirlo, la gran parte dei mass media italiani, compresi i pubblici, hanno sin da ieri sera pubblicizzato hastags e campagna contro i due stilisti italiani. Una campagna preoccupante, intollerante e discriminatoria. Grave che sempre meno persone difendano la libertà, rispettino le diverse opinioni e convinzioni.
Nel frattempo, i tipi di CitizenGo hanno lanciato con grande successo una petizione on-line e un hastag: #SupportDolceGabbana. Vedremo se la medesima pubblicità verrà messa a disposizione della verità.
Par condicio e par rispetto: si chiede solo questo alla libertà di stampa.