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Alfano e Renzi hanno rottamato Lupi. La versione di Amicone

“Quella che ha coinvolto Maurizio Lupi è una vicenda vergognosa, segno che in Italia la politica è ancora ostaggio della magistratura”. Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi, è uno dei più noti rappresentanti del mondo culturale di Comunione e Liberazione. Conosce Maurizio Lupi da una vita e di questa storia non gli è piaciuto nulla. A partire dal comportamento di Matteo Renzi e Angelino Alfano.

Amicone, che ne pensa delle dimissioni del ministro Lupi?

A mio parere è assurdo che un ministro della Repubblica debba dimettersi senza essere indagato, solo perché coinvolto in qualche intercettazione che non prova nulla di scandaloso. Dal suo punto di vista, però – come ha dichiarato lui stesso – ha fatto bene, perché nelle prossime settimane sarebbe stato sottoposto a uno stillicidio quotidiano in cui avrebbe dovuto giustificare ogni sua parola. Detto questo, la vicenda crea un pericolosissimo precedente e conferma che l’Italia è ancora sotto scacco di qualcosa di extra-democratico. I giudici e la gogna mediatica fanno ancora il bello e cattivo tempo come all’epoca di Mani Pulite.

Lupi ha detto però di aver trovato sostegno dal governo e dal suo partito…

Balle. Renzi e Alfano l’hanno mollato completamente. Il premier per convenienza sua e il segretario del Ncd per continuare a stare al governo e avere qualche poltrona. Ma la strategia del Ncd è di corto respiro. O c’è un segnale di discontinuità rispetto al passato oppure Lupi farebbe bene ad andarsene da quel partito. E comunque il governo dovrebbe immediatamente fare una legge sulle intercettazioni.

Perché?

Perché così non si può andare avanti. A parte che le telefonate andrebbero rese note solo dopo il rinvio a giudizio, questo sistema permette di gettare discredito su chiunque non sia indagato. Basta pescare di qua e di là e cucinarle a proprio piacimento. Questo modo di fare, con la propaganda politica che si mescola alle indagini, in realtà danneggia le inchieste e ostacola la vera lotta alla corruzione. Più si alza il polverone mediatico, peggio è per le indagini.

Va bene. Ma Lupi qualche errore l’ha commesso. Il lavoro per il figlio, il Rolex, il suo continuo rapportarsi a Incalza pure per scrivere il programma di Ncd…

Se in due anni i pm non hanno trovato nulla di penalmente rilevante, un motivo ci sarà. E comunque la vita politica è fatta di relazioni, un ministro non vive ibernato o su Marte. Qualche chiacchierata “impropria” fa parte dei rischi del mestiere. Sa qual è il problema?

Qual è?

Che se continuiamo a mettere alla gogna e a far fuori politici di primo livello, come Lupi, che è stato un ottimo amministratore e ministro, alla fine ci troveremo una classe politica composta di personaggi di terza e quarta fila. Gente mediocre. Vogliamo questo?

Lupi è l’ultimo uomo politico di riferimento di Cl. Il sistema ciellino di intreccio tra religione e politica è entrato definitivamente in crisi?

Il sistema di Cl non è mai esistito. I singoli esponenti politici rappresentano solo se stessi. Prima si guardava a Forza Italia e a Silvio Berlusconi. Ora, con il declino del berlusconismo, non più. E sinceramente io non ci sto a farmi rappresentare sui temi etici da Francesca Pascale. Anche in Lombardia quel sistema di contiguità tra politica e affari, che secondo alcuni esisteva all’epoca di Formigoni, non c’è mai stato.

La Compagnia delle opere, però, c’è ancora.

Sì, ma raduna le imprese più svariate. Si uniscono solo perché insieme si lavora meglio.

Berlusconi, dunque, non è stato sostituito…

Dal governo Monti in poi è in corso la diaspora del voto ciellino. Non avere più un interlocutore politico da una parte è un bene perché non ti lega a nessun partito. Ma dall’altra è anche un male, perché chi agisce nella società, come ci ha insegnato don Luigi Giussani, deve fare delle scelte. Non si può restare neutrali, bisogna sempre scegliere da che parte stare. Se uno s’impegna nella società, questa scelta diventa una tappa obbligata.

Come sono i rapporti con Renzi? Qualcuno ricorda ancora lo smacco dell’assenza all’ultimo Meeting di Rimini.

Sì, era stato invitato e non venne, preferendo i boy scout. Al di là di quell’episodio, nel complesso i rapporti sono buoni. Di lui apprezzo la capacità di leadership.

A proposito di sgarbi, l’ultimo ve l’ha fatto il Papa: in Vaticano ha ricevuto i ciellini proveniente da tutta Italia solo dieci minuti. E non ha usato parole benevole.

Se si riferisce al suo invito a non essere autoreferenziali, chi ci guida dovrà aiutarci a capire il significato di quel richiamo.

Insomma, la azioni di Cl sembrano in caduta libera da ogni punto di vista…

Può anche essere un bene, perché il movimento avrebbe bisogno di autoriformarsi tornando alle origini, all’insegnamento di don Giussani. Secondo cui era fondamentale l’impegno: un cattolico non deve fare vita privata, non deve essere un asceta, ma agire nella società e incidere nel mondo che lo circonda. <Non dovete stare tranquilli>, diceva il don. E aveva ragione.


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