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Così Sitael diventa la frontiera aerospaziale del made in Italy

Grandi costellazioni con piccoli satelliti. Made in Italy. E’ la nuova frontiera dell’aerospazio il talento che l’Italia ha scelto di far fruttare, nella consapevolezza che anche l’Europa riconosce all’ingegneria italiana un contributo di alto livello nel settore dell’aerospazio.

Il meeting promosso ieri a Mola di Bari dalla Sitael Spa, alla presenza tra gli altri del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, è stata l’occasione per tracciare i nuovi orizzonti (europei e italiani) dello spazio mettendo a confronto due mondi, diversi ma complementari, come il comparto sostenuto dai finanziamenti pubblici e quello supportato dai privati.

WORKSHOP
A pochi mesi dall’inaugurazione dal nuovo stabilimento pugliese, che fa di Sitael il maggiore player privato italiano del settore, e in attesa del lancio (a fine 2015) del suo prossimo satellite che la realtà voluta dal cavalier Vito Pertosa sta curando minuziosamente, questi stati generali dello spazio italiano hanno rappresentato un momento di analisi e di proposta, alla presenza di istituzioni e tecnici di primissimo profilo appartenenti alle principali Agenzie di ricerca italiani e internazionali. In più la sorpresa di un saluto direttamente dalla stazione spaziale con a bordo Samantha Cristoforetti.

NUOVA ERA
Secondo Nichi Vendola, in veste non solo di governatore della Puglia ma di Presidente di Nereus (il network delle regioni europee che usano le tecnologie spaziali), “qui meccanica e tecnologie si abbracciano e rappresentano quella specializzazione intelligente condivisa con l’Unione Europea”. Il contributo di Sitael è “fondamentale per scorgere il nuovo evo in cui siamo piombati” con la prospettiva di prefigurare un modello di sviluppo alternativo “oggi incarnato dal settore spaziale”. Il motivo? Lo spazio è opportunità di “crescita e sviluppo” così come ricordato Cristoforetti nel suo collegamento, prova ne è il fatto che la cosiddetta space economy ci prospetta nei prossimi tre lustri uno sviluppo rapido e sostenibile in una miriade di settori, come difesa, sicurezza, strategia.

MINI SATELLITI
Il jolly italiano, dunque, si plasma attorno a mini satelliti che in un futuro prossimo che è già arrivato gestiranno i voli e i movimenti a terra di qualsiasi oggetto che si sposta, ha assicurato Carlo Magrassi, consigliere militare di Palazzo Chigi. E’ l’obiettivo del progetto Next-Gen, un sistema di sicurezza cibernetica che andrà tarato e costruito anche grazie all’apporto italiano. Non più quindi satelliti come eravamo abituati a vederli e realizzarli in passato, ma numerosi mini satelliti sparati in serie nello spazio e tutti in rete in modo che possano, ad esempio, fornire immagini in tempo reale del traffico cittadino o marittimo in un punto specifico dei cinque continenti. “Il concetto di rete – è il ragionamento di Magrassi – si concretizza non più attorno ai neuroni ma piuttosto attorno alle sinapsi, così come Google sta facendo per raggiungere tutto il mondo”.

QUINTA DIMENSIONE
Il macro obiettivo di tali sforzi sarà la quinta dimensione, “quella cibernetica”, ha aggiunto Magrassi, secondo cui “più gli attori giocheranno assieme più vinceranno”, da raggiungere attraverso la “comprensione comune del problema”. E’ in questa prospettica che si inserisce il lavoro della Sitael, impegnata nel realizzare piccoli satelliti, mini propulsori e sensori destinati alle piattaforme satellitari. La sede pugliese, inaugurata lo scorso settembre dal premier Matteo Renzi, segue quelle in Toscana, in Emilia Romagna, in Grecia a Salonicco e quella francese. Tutte accomunate da quello sforzo professionale e umano che l’ha portata ad essere l’unica realtà italiana coinvolta nel progetto Curiosity, così come rivendicato dall’amministratore delegato Nicola Zaccheo: “Il futuro oggi si orienta verso quella che è stata definita la costellazione di satelliti, per ottenere più dati che si possono affiancare a postazioni esistenti o per migliorare i servizi già esistenti”. E’ciò che ha fatto la stazione spaziale nel 2014, quando ha sparato 71 piccoli satelliti tutti sulla stessa orbita.

COSTELLAZIONE
“Grazie alla costellazione – ha detto Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – cambia il modo di fare spazio, in quanto la miniaturizzazione porterà più qualità, così come accaduto con i telefoni cellulari”. E’ su questa scia, tra l’altro, che si muove il progetto Skybox con cui Google ha acquistato un lanciatore Vega per piccoli satelliti nello spazio. Secondo Battiston l’Italia ha un grande potenziale nel settore, grazie a ottica radar, Uav, piccoli satelliti e lanciatori: per questa ragione l’Asi ha promosso uno studio assieme all’Esa (Agenzia Spaziale Europea) per partecipare attivamente a questo sviluppo futuro, come dimostra la presenza di 400 ingegneri italiani su un totale di 2500 nella sede olandese di Esa.

CULTURA SPAZIALE
Cosa manca allora per chiudere il cerchio lo sottolinea il ministro Giannini, che ha messo l’accento su una nuova cultura dello spazio di cui oggi c’è bisogno “tra evocazione e innovazione”. Dice che questo governo ha fatto molto per lo spazio, come dimostra la scelta dell’italiano Luca Parmitano per il ruolo di ambasciatore dell’Italia durante il semestre di presidenza dell’Unione europea. Secondo il ministro “è stata una scelta, che pagherà, per rilanciare l’Italia nella dimensione strategica europea”.

twitter@FDepalo



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