Skip to main content

Vi presento l’ornitorinco di Landini

E’ arrivato il giorno dei Santi Crispino e Crispiniano? Non esageriamo: in questa giornata non si è combattuta nessuna battaglia di Azincourt; si è solo snodata per le vie di Roma una manifestazione in più.

Maurizio Landini ha portato in piazza la sua ‘’Coalizione sociale’’, una sorta di ornitorinco che racchiude in sé diverse ‘’nature’’: quella del sindacato (la Fiom ne è lo scheletro), quella del movimento e quella del soggetto politico (visto che è presto per parlare di partito).

Presenti, in grande spolvero, al vernissage, Susanna Camusso e la segreteria della Cgil, Nichi Vendola, le formazioni veterocomuniste, alcuni esponenti in ordine sparso della sinistra dem (divisa anche in tale circostanza), nonché le altre associazioni aderenti alla ‘’Coalizione’’, oves et boves et omnia pecora campi. In pratica, i soliti noti, quelli che da anni partecipano alle iniziative della Fiom, consentendole di riempire le piazze e di consolarsi così per non essere più in grado di svuotare le fabbriche (anche oggi la Fim-Cisl ha fatto notare che i lavoratori della Fca hanno aderito in pochissimi alla giornata di lotta). Significativa la presa di distanza di Marcelle Padovani, la vedova di Bruno Trentin, che ha invitato Landini a non strumentalizzare il nome del marito in operazioni che lui non avrebbe condiviso.

Se poi qualcuno volesse consultare i siti andando alla ricerca dei commenti, troverebbe un po’ di tutto, non esclusa una certa disincantata freddezza fino al punto di paragonare il leader dei metalmeccanici ad Arthur Scargill, il capo dei minatori inglesi che, negli anni ’80 del secolo scorso, presero di petto la Lady di ferro e furono sconfitti, trascinando nel loro  destino quello delle Unions (un nome, questo, che Landini ha inteso attribuire al ‘’suo’’ movimento).

La discesa in campo di ‘’Coesione sociale’’ non sembra aver creato soverchie preoccupazioni in Matteo Renzi. Sappiamo che il premier è un po’ arrogante ed incline a trattare a pesci in faccia i propri avversari anche quando affermano – mentendo – di non avercela con lui. Tutto sommato, però, il ‘’ce ne faremo una ragione’’ di Renzi, in questo caso, è, per ora, pienamente giustificato. La natura sindacale dell’ornitorinco ‘’Coesione sociale’’ non ha la forza sufficiente per impensierire il Governo, minacciando degli scioperi che riuscirebbero solo in parte e in certe aree del Paese.

In sostanza, ‘’Coesione sociale’’ non è più un sindacato. E non è ancora un partito, che possa contare su dei parlamentari in grado di fare opposizione sui provvedimenti di legge. Sarebbe sbagliato, però, fare finta che nulla stia succedendo. In Parlamento esiste un’opposizione di sinistra, divisa, debole, pronta a vendersi a Renzi per un classico piatto di lenticchie.

Il problema di ‘’Coalizione sociale’’ è quello di stanare questa opposizione dagli ‘’antri muscosi’’ e dai ‘’fori cadenti’’ in cui si è rifugiata. Per poterlo fare, però, deve dimostrare di essere qualche cosa di più di quello che si è visto in piazza il 28 marzo. Lo stesso raduno di tante altre volte.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter