Non passa giorno che il fiorentino R. non riempia le nostre orecchie di suoni immondi. Immondi perché ci implementa di “verità’” che dovremmo recepire e memorizzare “ad vitam”, per evitare di essere da costui considerati non esseri umani ma animali spregevoli: gufi, cornacchie, nutrie, “cavalli di Buridano”, anzi, bestie da soma.
No, non esageriamo! Sono almeno due anni che R. ce ne racconta di tutti i colori. Che R. pretende di farci vedere la fine del tunnel nero della deflazione. Premier da oltre 14 mesi, ci ha raccontato favole (raccontafavole) in due DEF (documenti di economia e finanza), quanto meno fantasiosi. E’ sufficiente leggere ciò che scrivono sul DEF, in questi giorni, illustri editorialisti sia filo che antigovernativi, per capire come vadano le cose.
Il R. ha avuto il coraggio (07/04/15, ore 20, TG1) di affermare, con sicumera, che “lui le tasse non le ha aumentate nel 2014 e non le aumenterà nel 2015”.
Un bravissimo affabulatore e giocoliere, che ha capito – l’anno scorso – che la “regalia” degli 80 euro lo avrebbe premiato più di quanto la social card abbia aiutato il B.
Bravissimo affabulatore, ma scadente prestigiatore. Infatti, purtroppo per lui e per noi, i numeri del futuribile DEF rivelano i trucchi contabili di R. e C.
Li citiamo brevemente:
1) La pressione fiscale sotto R. ha raggiunto il 43,5% nel 2014. Resterà (forse) invariata nel 2015, ma crescerà al 44,1% nel 2016-2017.
Ma R. ha affabulato: ”… da quando siamo al governo abbiamo operato una riduzione costante della pressione fiscale…”. I numeri dicono altro, anzi l’opposto. Renzi ha aumentato le tasse e le sue tabelle lo testimoniano. Solo Renzi fa finta di non sapere che il “suo” DEF 2014 ha costantemente sottostimato la pressione fiscale: dello 0,2% nel 2014; dello 0,5% per il 2016 e dello 0,8% per il 2017.
La crisi economica 2008-2015 ha insegnato, a noi poveri esseri umani che le previsioni degli economisti sono meno attendibili di quelle dei meteorologi. Comunque sia, il DEF 2015 contiene previsioni di tasse in aumento… Anche questo DEF 2015 è stato scritto da Padoan, come quello dell’anno scorso. Previsioni errate allora; previsioni azzardate, oggi.
2) Il totale delle entrate tributarie (in % del PIL) continuerà a crescere: dal 30,1% del 2014, al 30,3% del 2015, al 31,2% nel 2016-2017.
In soldoni, le entrate fiscali, nel triennio 2015-2017 cresceranno di 64,3 miliardi di euro, di cui 10 nel 2015. Ma R. lo nega…
3) La percentuale debito/Pil sale, nel 2015, al 132,5% , aumentando di 0,4 punti rispetto al 2014 (132,5 versus 132,1%). Ma, udite udite, secondo l’affabulatore, questo valore si ridurrà dell’ 1,6% nel 2016 e poi, progressivamente, scenderà al 123,4% del PIL nel 2018. In altri termini, secondo R., la % calerà di 3 punti/anno per 3 anni….Magari! Diciamo noi, anche perché l’UE non continuerà a fare sconti/deroghe al nostro Paese.
Ma non crediamo che ciò sia possibile (anche se dovremmo augurarcelo) perché il raggiungimento di un obiettivo così sostanzioso dovrebbe passare attraverso: tagli pesanti alla P.A.; tagli pesanti alle spese della politica tutta; mannaia sulle partecipate; riduzioni massicce dei servizi ai cittadini; blocco ulteriore dei contratti pubblici anche per il triennio 2018-2019-2020.
Per carità di Patria, non osiamo qui pensare alle idee di Boeri e dei Patriarca sulla previdenza e sull’assistenza pubbliche. Idee ribadite, peraltro, da T. Boeri in quel di Brescia, il giorno 7 Aprile, non secoli fa!
4) Spending review. Secondo voi, noi (gufi, cornacchie, portatori di malocchio) dovremmo credere in quel soggetto (R.) che ha cacciato Cottarelli in ottobre perché non voleva applicare le idee di costui…Noi dovremmo credere che adesso, nel 2015, R. e C. siano in grado di tagliare, in 8 mesi, 10 miliardi di euro (0,6% PIL) di spesa pubblica e siano in grado di garantire un miglioramento del PIL dello 0,4% ?
5) “Non ci sono tagli e non c’è un aumento delle tasse”, ha detto l’affabulatore. “Nel 2015 abbiamo ridotto le tasse per 18 miliardi di euro ,10 dagli 80 euro e 8 dai provvedimenti sul lavoro”, ha continuato. Non è così!
Siamo pignoli, non grossolani come il premier. La misura degli 80 euro non vale 10 ma 8,7 miliardi. Non lo diciamo noi, ma è scritto nella tabella finale della legge di stabilità per il 2015. Ma, si sa – per un dirigente come R. – 1,3 miliardi sono “quisquilie e pinzillacchere”. Inoltre, solo 0,7 miliardi (degli 8,7) sono stati dichiarati alla U.E. come “riduzione di tasse”. Gli altri 8, invece, sono stati giustificati come aumento di spesa pubblica . Ma Renzi li spaccia per tagli alle tasse….
6) Nel triennio 2015-2017 lo stato spenderà 61,2 miliardi di euro in più di cui 16 miliardi nel 2015.
Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui. Un pisolino.
Invitiamo ora i lettori a fare un pisolino ed a sognare. Sognare che, nel 2014-2015, non siano state aumentate le tasse sui conti correnti; non siano aumentate le tasse sui fondi pensione; non sia raddoppiata l’IVA sui pellets; non siano aumentate le tasse sulla casa e sui terreni agricoli; non siano aumentate le accise sui carburanti; non si sia deprezzato del 30-40% il valore degli immobili; non siano stati tassati i soggiorni negli alberghi; non sia diventato improbabile autogestire il C.U. (ovvero, la denuncia dei redditi)…
Questi, invece, sono i “fatti” di R. e di questo governo. Che farà di tutto per non farci votare, nel prossimo biennio. Perché? Perché la rabbia, anche quella dei “paciocconi” e delle “formiche” può essere tremenda. Non ci sarà il paracadute degli 80 euro, da 31 Maggio in poi.