Dopo aver processato Francois Mitterand ecco in scena al Teatro Parioli di Roma il processo a un altro personaggio della storia recente che ha cambiato le sorti dell’Europa, ma non solo. Si tratta di Helmutt Kohl, cancelliere tedesco prima e dopo l’unificazione della Germania, leader partito dell’Unione Cristiano Democratica (CDU) dal 1973 al 1998 e padre politico di Angela Merkel, è stato messo sotto accusa, nel tribunale del Parioli, per aver ricevuto finanziamenti illeciti da una parte e, in modo indiretto, per aver portato la Germania alla sua originaria composizione di paese unico e dominatore dell’Europa.
L’imputato Kohl è stato interpretato da Pier Ferdinando Casini, Presidente della Commissione Esteri del Senato difeso da Antonio Catricalà, ex presidente dell’Antitrus, mentre l’accusa è stata portata avanti dal veterano – nel palco del teatro romano – Stefano Dambruoso, magistrato e deputato di Scelta Civica. A presiedere la corte, invece, Augusta Iannini, vice presidente Autorità Garante della Privacy, mentre sviscerare la storia politica dell’imputato erano presenti due testimoni d’eccezione: di Mikhail Gorbaciov, interpretato dal manager e imprenditore Aurelio Regina, e Angela Merkel, interpretata dalla giornalista e scrittrice Annalisa Chirico.
Un processo, quello a Helmut Kohl, che non ha potuto ignorare l’attualità di un’Europa a trazione tedesca.
Ma le accuse di finanziamento illecito rivolte a Kohl dal Pm Dambruoso sono state fortemente rifiutate dalla difesa, che ha sottolineato l’assurdità di ritenere finanziamento illecito un pagamento registrato e deliberato dal parlamento tedesco. L’accusa, invece, di aver reso l’Europa schiava della rigidità tedesca è stata rimarcata anche dalla testimone Angela Merkel/Annalisa Chirico, che ha ribadito di non essersi pentita del parricidio politico ai danni di Kohl, quando alla fine degli anni ’90 il suo partito è stato colpito dallo scandalo dei finanziamenti illeciti all’epoca che lo vedeva alla guida del CDU. Bisognava salvare il partito, ha sostenuto Merkel-Chirico, e l’unico modo per farlo era abbandonare Kohl alle sue responsabilità.
Dopo un dibattimento ricco di argomentazioni, e anche di risate tra testimoni e parti in causa, la giuria popolare del pubblico del Parioli ha potuto deliberare: colpevole o innocente? Il verdetto non è stato unanime, ma non ha lasciato spazio a dubbi: Helmut Kohl è stato dichiarato innocente dalla storia, almeno quella presente nel teatro romano.
Ecco le foto di Umberto Pizzi.