Il Consiglio Europeo ha adottato misure solo cosmetiche per ridurre le perdite subite dai boat people in Mediterraneo e per regolare i flussi di immigrati fra gli Stati dell’Unione. E’ stato un fallimento morale e politico.
Misteriosa rimane la politica europea sul come limitare i flussi immigratori che dall’Africa sub-sahariana e dall’Asia Meridionale, attraverso il Sahara, raggiungono la sponda Sud del Mediterraneo e, poi, l’Europa, causando migliaia di morti. La distruzione di barconi o un blocco navale, di cui si è tanto favoleggiato, avrebbero un effetto limitato.
Chi darebbe nel nostro Paese l’ordine di usare un drone? Comunque, anziché affogare, i clandestini morirebbero nel deserto. Beninteso, taluni sarebbero dissuasi dall’intraprendere il loro viaggio. Lo erano già con i brutali respingimenti, effettuati su richiesta europea, dai regimi autoritari scomparsi con la primavera araba. Una cosa è comunque certa: il contrasto dell’immigrazione va fatto a terra, non in mare.
L’intero viaggio, dai Paesi d’origine alle sponde europee, è gestito da reti di trafficanti collegate fra loro. Fanno pubblicità ai loro servizi sui social network. Sono impossibili da smantellare, senza la collaborazione dei Paesi di transito, in particolare di quelli nordafricani. Desta sorpresa l’entità delle somme pagate dagli immigrati. Non so spiegarmi come un poveraccio del Sahel o del Corno d’Africa possa procurarsi le migliaia di dollari necessarie. Esse vengono pagate alla fine di ogni tratta del lungo viaggio. Non basta bloccarne una per incidere sull’entità dei flussi.
L’immigrazione da Sud verso il Nord (non solo europeo, ma anche americano) è un fenomeno strutturale. E’ destinata ad aumentare per l’enorme crescita demografica soprattutto dell’Africa. Nell’Africa sub-sahariana e in quella tropicale, ogni donna ha da quattro a sette figli. La crescita della popolazione si accelera. L’Africa aveva 300 milioni di abitanti nel 1950. Oggi ha superato il miliardo, che si raddoppierà in poco più di venti anni.
La crescita della popolazione si accelera esponenzialmente, dato che un maggior numero di giovani raggiunge l’età della procreazione. La limitazione delle nascite non è accettata dalle culture locali. Malgrado la crescita economica degli ultimi anni, l’Africa non è in condizioni di far uscire dalla povertà milioni di suoi abitanti.
(prima parte; domani sarà pubblicata la seconda parte)