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Io, ex deputato, rifiuterò il rimborso pensionistico del governo dopo la Consulta

La delibera degli Uffici di Presidenza di Camera e Senato sull’abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari condannati è un atto di barbarie giuridica. In pratica, è stata istituita, senza un provvedimento di legge, una pena accessoria per di più in modo retroattivo. Ed è veramente singolare il protagonismo, in questa vicenda, dei Presidenti delle due Camere. Pietro Grasso si è addirittura spinto fino a tessere le lodi della proposta del M5S, come se quella votata fosse un compromesso al ribasso.

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Intanto, l’Associazione degli ex parlamentari passa il suo tempo ad organizzare delle presentazioni di libri di memorie dei soci. In attesa che le ‘’Guardie rosse’’ dell’Antipolitica vadano a prelevarli a casa e li facciano sfilare per le vie cittadine con il capo cosparso di cenere.

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Non credo che al sottoscritto toccherà il rimborso del taglio della perequazione automatica. Il Governo, giustamente, darà attuazione in modo selettivo alla sentenza n.70 della Consulta. In ogni caso, se sarà consentito, io rifiuterò il rimborso per due motivi. Il primo: da deputato, nella passata legislatura, ho votato con convinzione quel provvedimento. Il secondo: nella condizione in cui versava il Paese nel novembre del 2011, era giusto chiedere ai pensionati (titolari di un assegno superiore a tre volte il minimo) quel sacrificio.

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Silvio Berlusconi ha fatto di nuovo un capitombolo dopo un comizio. E’ accaduto per colpa di una pedana ‘’comunista’’ o dell’età?

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Domenica sera la trasmissione di Report ha presentato un servizio sulle vicende del quotidiano L’Unità (fondato da Antonio Gramsci, il quale si starà rivoltando nella tomba), denunciando fatti e comportamenti tanto gravi da indurci a chiedere perché non indaga la magistratura, di solito tanto sollecita in altre circostanze.

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Susanna Camusso ha ricordato che, nelle elezioni regionali in Veneto, se non si vuole votare per Alessandra Moretti, è possibile annullare la scheda o consegnarla in bianco. Chapeau.

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(Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Maurizio Eufemi)
Caro Cazzola,

Ho letto le punture di spillo odierne. Sono rimasto un pochino sorpreso dell’attacco alla associazione ex parlamentari rispetto alla azione culturale che svolge. Non vi può essere memoria senza memoria. Le presentazioni dei libri di memorie servono anche a fare il punto tra esponenti di aree culturali diverse come è stato anche la scorsa settimana con il libro di Adolfo Battaglia, perchè la storia si fa anche con la preistoria. Detto questo mi soffermo sulla vicenda delle pensioni. Le sentenze della corte costituzionale vanno rispettate. Quella manovra è stata sbagliata, profondamente recessiva e ne stiamo pagando le conseguenze. Non rinuncerò all’adeguamento, anche se non credo che venga erogato. Mi sembra in atto una operazione imbroglio. Come ex parlamentari non abbiamo sollevato il problema del blocco degli adeguamenti sui vitalizi, nonostante la sentenza della Corte e il successivo intervento del Governo. Comprendo il disagio di quanti hanno sostenuto così entusiasticamente il governo Monti e poi si ritrovano a difendere l’indifendibile, soprattutto dopo il giudizio del giudice delle leggi.

V’è un altro punto. La lotta all’antipolitica si fa difendendo i principi. Così non è stato fatto nella legislatura di cui Ella ha fatto parte quando si è trasformata una funzione, quella legislativa, in un lavoro, una tutela in una pensione, una indennitá in uno stipendio. Uno scempio costituzionale anziché intervenire diversamente sulla dimensione finanziaria. Per essere chiari quelle tutele mi hanno consentito, ma me come a tanti altri, di votare liberamente nella Xv legislatura rispetto al Governo Prodi e alla chiusura anticipata della legislatura con i riflessi anche per gli entranti della XVI. I principi di libertá innanzitutto per non avere degli impiegati anzichè dei legislatori.

L’associazione ex parlamentari ha anche preso ferma posizione nelle forme dovute, proprio sulla cancellazione dei vitalizi per i condannati, determinata attraverso le delibere degli uffici di Presidenza. Lo ha fatto sul terreno dei principi costituzionali senza dovere difendere alcuno in quella situazione avendo un codice etico che disciplina severamente l’accesso, negandolo a quanti hanno procedimenti penali in essere. Mi domando quale coraggiosa presa di posizione abbiano preso i rappresentanti nell’ufficio di Presidenza della Sua area di riferimento politico rispetto alle recenti decisioni. Potrei allargare il ragionamento alla legge elettorale e alla riforma costituzionale dove sembra abbia prevalso il vincolo di maggioranza su tutto. E invece forse, a volte, bisognerebbe avere il coraggio di dire no, costi quel che costi.
Forse un poco di coerenza non guasta.

Con viva cordialitá

Maurizio Eufemi
Giá senatore nella XIV e XV legislatura

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