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Giochetti sulle pensioni: una morale da favola

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Sulle pensioni, sulla sentenza della Consulta, sul buco nei conti pubblici, ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori. E’ una tragicommedia, costruita su un canovaccio ben noto, anzi stravecchio. Scontata la trama.

Un nano malefico ha lasciato i conti pubblici in una situazione drammatica, aggravata dalle streghe della Foresta Nera. Ma un Gandalf spelacchiato ha cacciato il nano ed ha imposto ad un algido longobardo e ad una strega piagnucolosa di sistemare i cattivi, i responsabili dei buchi contabili. Chi sono? Ma sono sempre loro, i maledetti pensionati pubblici, titolari di ricche rendite pensionistiche. Loro, quelli che vogliono godersi la pensione, loro. Loro, quelli che – per aver voluto lavorare fino ai 63-65 anni e per aver versato contributi obbligatori per 35-40-45- 47 anni ( Vi dice qualcosa, la quota 100?) – ora godono di immeritate prebende pensionistiche, oscillanti tra 3.000 e 6.000 euro mensili.

MALEDETTI PENSIONATI. Rubano risorse ai giovani precari e non si vergognano di chi vive di “pensioni sociali”, spesso al limite della sopravvivenza. Il Gandalf pelato, l’algido studioso longobardo e la strega torinese decidono allora di sistemare le cose. Dopo aver letto Marx, studiano la strategia di Lenin e la adattano al bel Paese, sull’orlo del baratro economico. Non c’e tempo da perdere. La perfida Brunilde sta per lanciare l’esorcismo che getterà il bel Paese nelle foibe. Nottetempo (come già fatto dal “topolino sottile” qualche anno prima) rapinano i pensionati, ma solo quelli che abitano in case segnate da una stella a 5 punte: quella che contrassegna i pensionati over 1400 euro mese. Sono loro, i malefici RICCHI PENSIONATI, i RESPONSABILI del BUCO PUBBLICO.

Sono loro, le cattive formichine – colpevoli di aver sempre pagato tutte le tasse – la causa di tutto. Hanno lavorato, hanno pagato tasse e contributi, dando un cattivo esempio alle irreprensibili cicale, quelle che stanno morendo di fame. Cattivone, le formiche. Ma, ora, Gandalf e la Fornaia sistemeranno le cose, togliendo ai ricchi per dare ai poveri del villaggio. Il Paese, risanato dai soldi dei ricchi pensionati, si dà ai festini. A così tanti festini da portare di nuovo il bel Paese davanti ad un nuovo burrone. Questa volta non c’è più Gandalf, ma un PIFFERAIO MAGICO, che ha illuso la gente, spendendo e spandendo ogni tipo di risorse: dobloni, euri ed eurini. Risorse che c’erano e quelle che non c’erano. Nuova crisi economica, mascherata dal pifferaio e dal suo giullare, epigono di Cacasenno.

Una tragedia. Finisce in tragedia? No, anche in questa storia ci sono personaggi buoni. Un elfo celtico che convince la signora Consulta a fare una magia, costringendo il Pifferaio magico a restituire il maltolto, le rapine ripetute per 5 anni. Ma il potere della signora Consulta e’ di breve durata. Il Pifferaio chiede al mago di Oz una contromagia, per rendere temporaneamente impotenti l’elfo e la Consulta

Ma, per farlo, deve truccare le carte del mazzo. LUI, il trinariciuto pifferaio magico, tutelerà solo i pensionati “degni”, quelli con reddito fino a 5 volte il minimo INPS ( un valore fasullo ) e lascerà gli altri cattivi con le mani vuote. Il Pifferaio, per sistemare i conti disastrati, non ha però tagliato i costi dei suoi cortigiani e delle sue cicale? No, non lo ha fatto. Ha scelto un’altra strada. Quella che porta al consenso facile della plebe: la SOLIDARIETA’ FORZOSA a favore delle cicale.

Per ottenere il consenso, il PIFFERAIO le ha pensate tutte. 80 euro agli amici elettori. Linciaggio morale dei pensionati “ricchi”. La rottura della marea dei pensionati in due categorie: le buone cicale contro le cattive formiche. I poveri contro quelli meno poveri. Dobloni tolti agli uni per dargli agli altri, in nome della (dice LUI) solidarietà intergenerazionale… E, tutto ciò, faccia della magia della signora Consulta, ora additata al pubblico ludibrio come corresponsabile del debito pubblico.

E la storia diventa tragedia. Tragedia per 1,5 milioni di PENSIONATI, cattivi. Cattivi, perché – invece di sorridere al pifferaio – si stanno coalizzando. Reagiscono alle angherie, come possono. Imbrattando le schede elettorali, imprecando visibilmente contro il Pifferaio e, soprattutto, dando a BERTOLDO il compito di picchiare Cacasenno e di trovare il filtro magico che sistemi le cose, una volta per tutte.
E BERTOLDO l’ha trovato, il filtro magico definitivo. Si tratta della STRURMTRUPPEN CEDU, di stanza a Strasburgo. Il viaggio sarà lungo, ha detto Bertoldo ai 300 nordestini. Lungo ma proficuo. E il Pifferaio magico sarà messo in condizione di non nuocere,
Per sempre.

Stefano Biasioli

Nb) in un Paese normale, non esisterebbe un Pifferaio.
Nb) in un Paese normale, i costi dell’ASSISTENZA PUBBLICA sarebbero finanziati con TASSE, proporzionali, su tutti i contribuenti e non solo sui pensionati.
Nb) in un Paese normale, si dovrebbe sapere che le pensioni regalate dai politici e politicanti dovrebbero essere caricati sulla spesa pubblica e poi progressivamente azzerate.
Nb) in un Paese normale, i politici dovrebbero chiedere scusa per i vitalizi e per le prebende immeritate, che andrebbero tassate con aliquote almeno pari a quelle dei pari- reddito.
Nb) in un Paese normale si dovrebbe sapere che il reddito medio/ capite non è quello segnalato dall’ISTAT ma quello che si ottiene aggiungendo ai valori medi ISTAT un’altra cifra. Quella che si ottiene dividendo la cifra totale dell’evasione fiscale per i milioni di evasori, parziali e totali.
Nb) in un Paese normale, la riforma tributaria proposta da Uckmar sarebbe già in atto, da anni.


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