La “grande stampa” di stamattina elogia il modo con cui Renzi ha “risolto” il problema pensionistico “causato” dalla sentenza n°70 della Consulta.
Secondo gli articolisti (da Cassese in là) Renzi avrebbe operato in modo equo, con un approccio che non affossa le casse dello Stato e che “salva” i pensionati “meno ricchi”, penalizzando totalmente “solo” i pensionati ricchi.
Ancora, dicono… “che la Consulta non si permetta più di creare buchi nel bilancio statale, quel bilancio statale che il governo virtuoso di Renzi faticosamente tiene entro i parametri U.E.”.
Non avevamo dubbi. Tutti, quasi tutti, piegati a 90 gradi davanti al toscano; tutti, quasi tutti, a fingere di dimenticarsi alcuni punti essenziali.
1°) Il buco del 2011 non è stato causato dai pensionati, ma dai nostri imbelli governanti.
2°) Napolitano ha forzato la democrazia.
3°) La legge Fornero è stata approvata da quasi tutto il Parlamento (tranne la Lega e frammenti di sinistra).
4°) Se c’era un buco, democrazia avrebbe richiesto che fosse pagato da tutti i contribuenti, in modo proporzionale al loro reddito. Tutti i contribuenti, non solo i pensionati. Renzi, invece, non ne vuole sapere. Aumenterebbe le tasse per tutti. Cosi’, invece, tassa solo i pnesionati: al 100% quelli over 3.000 euro lordi/mese; al 70% quelli da 1450 euro a 3.000 euro.
Complimenti! Bene, bravi, bis! Sceriffo di Notthinggam (Padoan) e Giovanni senza Terra (Renzi)
5°) Che fine hanno fatto quei 16-20 miliardi che sono stati sottratti ai pensionati dal 2012 al 2015, visto che il debito pubblico è aumentato, da Monti in poi? Chi se li è mangiati ? I poveri cristi o lo stato pappone?
6°) Adesso anche le sentenze della Consulta vengono discusse. Ma chi ha la responsabilità di nominare i giudici costituzionali? Chi ha permesso che due posti fossero vacanti?
7°) Siamo in pieno “populismo”. Basta leggere l’Avvenire di oggi per capire che i buchi di bilancio in Italia sono causati solo dagli 800.000 pensionati “ricchi” e non da chi gestisce, da decenni o da soli 18 mesi, la politica di questo povero Paese.
8°) Non si toccano i “diritti pregressi” dei vitalizi politici, ma si azzerano i diritti rivalutativi degli over 3.000 euro/lordi/mese. Per non parlar del blocco dei contratti pubblici (2009-2018): questi soldi non dati (circa 3,5 miliardi/anno) che fine hanno fatto?
9°) A Cassese, Cazzola, Boeri e C. diciamo poche cose. Di quanto sono stati penalizzati i pensionati con pensioni over 65.000 euro, all’atto del pensionamento e negli anni successivi? Circa del 30% all’atto del pensionamento, con una penalizzazione ulteriore del 2% annuo, dal pensionamento in poi.
10°) Anche Renzi considera i pensionati come un bancomat: dello stato, delle famiglie, della spesa pubblica.
11°) Dicono, lor signori, che non ci sono diritti acquisiti, in campo pensionistico. Noi diciamo, allora: ricalcolateci quanto abbiamo dovuto versare nell’intero periodo lavorativo (non in quello che è stato conteggiato, tagliandolo, per la cifra pensionistica finale), calcolateci gli interessi di 40-47 anni di trattenute e dateci la cifra complessiva. Ci penseremo Noi, a distribuire quella cifra negli anni che ci restano da vivere! Perché, Lor Signori, non lo vogliono fare ? Perche’ si capirebbe che , questo Stato, ha mangiato i nostri contributi, in questi 40-47 anni.
12°) Con i nostri contributi abbiamo pagato le pensioni a chi ci ha preceduto. Ed ora, chi pagherà per Noi, se i soldi sono finiti?
13°) ed ultimo punto (per ora). Ma l’Italia è ancora una repubblica democratica o una obsoleta repubblica sovietica, con ridistribuzione delle “presunte ricchezze” ai poveri, alle cicale, a chi ha giocato sulle denunce dei redditi?
Noi, intanto, continueremo la battaglia legale. La Consulta dovrà decidere sui nostri ricorsi relativi al 2013-2014. Impugneremo anche questa “legge renziana” ed attenderemo, qualche anno. Nel frattempo, come le formiche, ci incazziamo. E faremo rete, rete con tutti coloro che vorranno difendersi da un governo populista, spocchioso, imbarazzante.
Chi denigrava il berlusconismo, non aveva visto il renzismo.
No , non moriremo “lapiriani”!
Stefano Biasioli
A nome dei “300 di Leonida” e di qualche altro