Per dovere di cronaca sindacale e confederale siamo stati costretti a sorbirci, martedì sera, gli sproloqui televisivi di Renzi, dei suoi accoliti e di vari giornalisti.
Di Renzi, è stato detto quasi tutto. E’ un imbonitore che fa passare un rimborso ridicolo (al 10-20% del dovuto e al lordo) come un bonus governativo, migliore degli 80 euro pre-regionali.
Renzi buono, Fornero cattiva. Renzi protettore dei pensionati deboli, contro i pensionati “ricchi”, sfruttatori delle finanze pubbliche. Renzi padre di famiglia, che difende la consorte dagli allievi cattivelli e dai scribacchini gufi. Renzi che tutela i conti dello Stato contro i cattivoni: i giudici della Consulta ed i pensionati over 3.000 euro mese.
Renzi, recordman di presenze televisive in piena campagna elettorale. Rimbalza da Giletti a Vespa… in attesa di andare da Gerry Scotti e da Mentana. Un giorno o l’altro lo vedremo, benedicente, vicino a Francesco. Ricordate la barzelletta?
Renzi, sulle pensioni, ha cercato di fare il gioco delle tre carte. Non sappiamo quanti pensionati gli abbiano creduto.
Nessuno, nei vari talk show, ha mai interloquito con Renzi e la sua coorte, su questo.
Il buco dell’Inps è legato all’assistenza e non alla previdenza, voce che
è in attivo.
Se il buco è assistenziale – e lo è – allora va riparato con le tasse, ossia con i denari di tutti i contribuenti, a parità di reddito ed in modo proporzionale ad esso. Con le tasse di tutti e non salassando (per la ventesima volta in due decenni) solo e soltanto i pensionati. Categoria debole ed indifesa, pensano i renziani.
No, stavolta non sarà così. Poco per volta sta nascendo una rete di difesa pensionistica, che si allargherà nelle prossime settimane, dando segnali sempre più forti a Renzi, alla politica, ai poteri forti, ai giornali proni al potere, ai pensionati tutti, ora solo sbigottiti.
Dal Veneto, dal Friuli, dalla Lombardia, dall’Umbria, dal Lazio e dalla Sicilia si stanno attivando frotte di pensionati, stanchi di tutte queste angherie che stroncano una speranza: poter vivere in serenità gli anni della pensione, frutto di decenni di lavoro e di contributi versati all’Inps. Essendo welfare per i figli e per i nipoti, in questi lunghissimi anni di crisi economica.
Si sta creando una rete di autodifesa, E’ incominciata una guerra pensionistica, lunga e difficile. Dopo Manageritalia e Federmanager sono arrivati i 300 di Leonida.
Ora è la volta di CONFEDIR, di DIRSTAT, di FEDERSPEV, di ANIEF, degli Universitari patavini e dei PENSIONATI ERRANTI, che girano l’Italia a raccogliere firme per i ricorsi del 2015-2016. In attesa che la Consulta si pronunci su quelli del febbraio 2014.
Stefano Biasioli