Il premier Viktor Orban è stato “posto sotto assedio“ nel corso di un dibattito sulla situazione in Ungheria al Parlamento europeo. Motivo? Le sue dichiarazioni sulla pena di morte e sulla contrarietà verso la proposta dell’Europa di accogliere quote di immigrati. Alla fine del dibattito, tenuto martedì 19 maggio, fonti di Strasburgo dicono che lo stesso premier ungherese ha commentato di non amare questo tipo di “inviti a comparire“ di fronte all’Europarlamento, perché li considera una sorta di trappola “della sinistra provocatoria” orchestrata ad arte per fare il processo alle intenzioni.
Ma l’atmosfera si è surriscaldata anche nei rapporti con la sua famiglia politica, ovvero il PPE, perché, secondo indiscrezioni che circolano tra Bruxelles e Strasburgo, nel corso della riunione del gruppo Popolare, il presidente Manfred Weber gli ha ricordato che il PPE condivide dei valori e che lo Stato non può uccidere le persone. Il presidente della Comissione europea, Jean-Claude Juncker, si è spinto anche oltre, accogliendo il capo di Stato ungherese a Riga per il summit Ue sul partenariato orientale con un “Salve, dittatore”.
Per quanto riguarda invece il tema immigrazione Orban ha ribadito che vuole la salvaguardia delle frontiere, rivendicando il diritto di uno Stato membro di poter verificare l’identità dei profughi, in modo da distinguere tra i cosiddetti migranti economici (da rimandare indietro) e i rifugiati politici.
Orban avrebbe anche precisato che nel 2012 l’Unione europea ha costretto l’Ungheria a cambiare la normativa che gli consentiva di ridimensionare il numero di profughi, e adesso il suo Paese è invaso da migranti provenienti dai Balcani, in particolare kossovari, e che pertanto non è possibile accettare altre quote.
I toni accesi, in particolare sul tema della pena di morte, non hanno favorito una serena conclusione della riunione, al punto che il confronto tra Orban e il PPE capeggiato da Weber è stato rimandato alla prossima riunione politica. I popolari hanno già iniziato a perdere pezzi, infatti ufficialmente questa settimana è stato annunciato il passaggio dell’eurodeputato Raffaele Fitto (ma non si escludono altri possibili transiti di italiani) dai popolari al Gruppo ECR (European Conservatives and Reformists Group) e gli addetti ai lavori si chiedono se anche qualche ungherese lascerà il PPE.
Alcuni osservatori notano che anche l’asse che si sta creando tra la Russia di Putin e Orban potrebbe contribuire ad inasprire la posizione di un gruppo, come il PPE, che è a conduzione tedesca.