Mi è capitato di parlare con un deputato di Forza Italia delle previsioni per le prossime elezioni regionali. Mi ha detto che nel quartier generale del suo partito temono molto il 6 a 1. L’onore del centro destra lo salverebbe il Veneto; ma il merito andrebbe, così, tutto alla Lega di Matteo Salvini e di quel ‘’ballerino di milonga’’ del Presidente Luca Zaia..
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Silvio Berlusconi ha condotto una campagna elettorale in tono minore. Chi si aspettava da lui un altro dei suoi giochi di prestigio ha dovuto constatare amaramente che dal cilindro non esce più nulla. Forza Italia spera in una percentuale di due cifre piene, ma rischia che, dalle urne, ne esca una sola. La disfatta del centro destra non si misura soltanto a livello politico. L’ex Cav era stato protagonista ed artefice di un’operazione molto più importante: aveva ‘’sdoganato’’ il Msi e resa presentabile la Lega, trasformandoli persino in partiti di governo. Oggi, anche queste meritorie iniziative (che hanno cambiato la storia politica del Paese) sono andate in fumo: Fratelli d’Italia-An è una forza che – pur non indossando il fez – sta rapidamente tornando alle origini, mentre la Lega di Matteo Salvini prova a condividere tutti gli ‘’ismi’’ maleodoranti di questa sventurata fase storica. Ecco, allora, che non è andata in crisi solo la leadership di Berlusconi; è fallito un intero progetto politico. Il centro destra non è solo diviso; nel suo insieme, come coalizione, non esprime più una cultura di governo.
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‘’Davanti a lui tremava tutta Roma’’, canta Tosca davanti al cadavere del perfido Scarpia. Al cospetto di Giulio Tremonti, invece, tremavano anche a Bruxelles. Raramente un ministro dell’Economia ha avuto tanto potere – e così a lungo – come lui. Eppure, oggi è poco più di unpeone che si aggira nel Transatlantico di Montecitorio. Lo ha rovinato, soprattutto, il carattere.
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Dare ragione al Governo Renzi provoca un travaso di bile in chi scrive. Ma nella polemica tra la Corte Costituzionale e Pier Carlo Padoan (Schioppan?), noi stiamo con il ministro. Nonostante tutte le possibili giustificazioni dei ‘’giudici delle leggi’’, la sentenza n.70 sulla perequazione automatica rimane, a nostro avviso, inqualificabile.