Sono stato uno dei 1600 invitati ai Giardini del Quirinale, lunedì 01/06/15, alle ore 18.30. Festa della Repubblica. Invitato di serie B, perché quelli di serie A (politici e affini) erano entrati prima ed avevano ascoltato l’orchestra di Muti.
Comunque sia, sono stato precettato, per il mio ruolo di Segretario Generale CONFEDIR (pro-tempore), a partecipare alla “Festa della Repubblica”, su invito del Presidente. Invito con annesse istruzioni.
(LA PARATA DEL 2 GIUGNO VISTA DA UMBERTO PIZZI. LE FOTO)
Giardini del Quirinale. Ore 17.50. Completi “da ordinanza”, con qualche vestitino chiaro, tra i maschietti. Coppie e non coppie. Un’Italia che non c’è più o che sta scomparendo. Ossequi, saluti, inchini, pochi baciamano. Una serie infinita di assaggini e di liquidi vari da sorseggiare, sotto il sole.
Autoscatti a raffica, coi telefonini alla moda. Foto dei giardini e dei loro dintorni (terrazze). Decine di “inservienti”, con balletti dai banchetti ai tavoli, tutti da 6 persone. Gente che fuma (?!), che telefona, che si saluta. Tartine e liquidi, alcolici e non. Polenta, timo e marmellata. La banda dei carabinieri suona motivetti improbabili, misti a canzoncine di 30-50 anni fa, alternate a musiche pretenziose. Finalmente Gershwin. “Le mille luci di NY”. Nessun applauso. Tartine al formaggio. Tacchi faticosi sull’erba. Collane riemerse dai cassetti. Segni di chirurgia plastica.
Gente in cerca di visi conosciuti e abbordabili; coppie miste, con intrusi..“Parli con la mia segretaria, abbia pazienza…”.
Ore 18.10. Sempre più gente riempie il giardino principale. Pezzettino di pesce spada. Qualche altro volto noto.
“All’alba vinceroò…”. Fritti vari in cono. Un cardinale di vecchio stampo, 3 generali. “In the mood”. Ambasciatore cinese con signora; tre slavi.
“L’inno di Mameli…”. Il Presidente che si affaccia, saluta, stringe un po’ di mani. Poi fugge.
Mi associo alla fuga. Alle ore 19.45 esco lentamente dal Quirinale calpestando nuovamente il tappeto rosso del cortile principale. A sinistra, SEI auto blu con autista, tutte dai 60.000 euro in su.
Fuori, un po’ di folla e alcuni fotografi. Attraverso la piazza e monto in macchina. Qualcuno mi chiede cosa sia successo….
Niente più di ciò che ho scritto.
Stefano Biasioli