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Dove ha sbagliato Ncd alle Regionali. La versione di Taradash

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori, pubblichiamo un estratto della intervista di Goffredo Pistelli a Marco Taradash uscita sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

Stuzzicato dal cronista sull’esito non brillante del suo partito, il Nuovo centro destra-Ncd, in Toscana, dove il candidato appoggiato con Area popolare ha preso l’1,27 dei consensi, Marco Taradash spiega, con una toscanissima espressione che “la questione del Ncd non è punto risolta”. Classe 1950, livornese, radicale storico, Taradash ora in Ncd, dopo un impegno parlamentare in Forza Italia e nel Pdl.

Taradash, ma lei è di quelli che annette al voto regionale un valore politico nazionale o no?

Le elezioni di domenica scorsa, in quanto amministrative, erano troppo centrate su situazioni locali, per ricavarne un dato nazionale. Certo, tirando le somme, si può dire che la Lega abbia vinto, che il M5s ha pareggiato e che tutti gli altri siano perdenti rispetto alle rispettive aspettative. Ma è un dato fuggevole che non ha nulla a che vedere con le prossime questioni politiche nazionali.

Che sono?

Il completamento della riforma del Senato e, più in generale, gli equilibri della maggioranza che sostiene il governo, rispetto alla sinistra interna. E Renzi sa bene che alle prossime elezioni, quando verranno, sarà giudicato sui risultati, soprattutto quelli economici.

Insomma lei esclude che queste regionali abbiano avuto il carattere delle elezioni di “midterm”,a metà mandato?

Per definizione le elezioni di medio termine sono squisitametne politiche. Certo, risentono di dati politici nazionali ma in misura molto limitata. Se i dati positivi dell’ Istat sull’occupazione, di ieri, fossero arrivati prima del voto, certo un po’ di voti in più il Pd li avrebbe avuti.

Ma il suo partito, Ncd, potrebbe essere interessato a imbarcare i Nazareni in uscita da Forza Italia?
Alle ultime regionali, non abbiamo fatto una scelta politica chiara. In Liguria abbiamo contribuito al successo di Giovanni Toti e anche della Lega che maltrattano ogni giorno Angelino Alfano. Ncd l’ha fatto e senza avere nulla in cambio: un’operazione di puro masochismo.

Alternative ci sono?
Potrebbero essercene nel centrodestra, se non ci fosse il leader virtuale attuale che è Matteo Salvini e tutta la destra-destra populista che parla una lingua insopportabile all’Italia dei moderati.

La Lega quindi non può stare in un’alleanza di centrodestra?
Sì, a patto che non ne sia la forza egemone.

E dunque l’ipotesi di riaggregazione a destra alternativa, a quella dei Nazareni in maggioranza, mi pare poco praticabile.
Presuppone che Berlusconi faccia quello che gli viene suggerito da tempo: fare il presidente onorario di Forza Italia, liberandosi dal gioco di specchi deformanti in cui il suo Cerchio magico parrebbe averlo imprigionato. Se ci riesce e lascia lo spazio alla leadership, che nasca con una Lega che però rimanga marginale, l’operazione può essere possibile.

Mi pare che le variabili siano troppe.
Presupporrebbe il risveglio di Forza Italia da un sonno ultradecennale.

Che cosa prevale, invece?
Stanno tutti fermi e immobili ad aspettare sulla riva del fiume il cadavere del premier. Non passerà, si rassegnino. E se Renzi dovesse cadere, per qualche altro motivo, devono sapere che sarà un’alluvione, un’ondata di acqua e fango che travolgerà anche loro.

Dunque mi pare più realistico lo scenario di Verdini che entra in maggioranza. Oltretutto con Renzi c’è un rapporto personale che dura da anni.
Ovviamente è un passo che non può vedere , come protagonista, Verdini, che è un peso massimo. Anzi, un’alleanza Renzi-Verdini non sarebbe credibile. Certo lui potrebbe suggerire ai suoi questa aggregazione con Area popolare, rafforzando i centristi al governo.

twitter @pistelligoffr

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