Lo sciopero proclamato da CUB e USB per giovedì 11 giugno potrebbe essere evitato da una precettazione, così come è avvenuto il 15 maggio scorso. Rimane il fatto che la situazione del trasporto pubblico a Milano più che complessa sembra non poco confusa.
In vista di EXPO l’Azienda Trasporti di Milano ha sottoscritto un accordo per il potenziamento del servizio con le organizzazioni sindacali del comparto che sono rappresentative della stragrande maggioranza dei lavoratori. Le organizzazioni di base, che per numero di iscritti sono oggettivamente marginali, lo hanno giudicato inadeguato e il 28 aprile hanno proclamato uno sciopero che, inaspettatamente, ha bloccato la città.
Il timore che ciò si ripeta non è cosa di poco conto perché mette in discussione oggettivamente la rappresentatività politica di organizzazioni che d’altra parte raccolgono un livello di adesione molto alto. In materia di sciopero nei servizi pubblici è evidente che si debbono rispettare le regole le procedure. Allo stesso modo non basta avere la maggioranza dei lavoratori se manca l’intesa con le aziende. Detto questo è prioritario un confronto diretto tra gruppi dirigenti sindacali delle categorie sindacali firmatarie e dei delegati eletti con l’insieme dei lavoratori.
Sono da mettere in conto momenti di scollamento ma le organizzazioni confederali in primo luogo, se come è legittimo attendersi ritengono valida la sostanza delle intese, debbono riprendere con coraggio e determinazione la guida effettiva del “movimento” attraverso una iniziativa di informazione e di persuasione. Sarebbe altrettanto necessario affermare la regola di affidare ai lavoratori e ai loro delegati eletti democraticamente la responsabilità di decidere non solo l’approvazione di un accordo ma anche la proclamazione degli scioperi.
La matassa è ingarbugliata ma bisogna uscirne altrimenti si lascerebbe al Prefetto, il cui comportamento è stato ineccepibile, la responsabilità unica delle decisioni. Spesso conviene che un terzo soggetto tolga le castagne dal fuoco ma bisogna essere consapevoli che senza assunziione responsabilità vengono meno ruolo e potere.