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Esiste davvero la fuga dei cervelli?

Siparietto in una via del centro di Bologna (ovviamente all’ombra di un portico). Un ragazzo nero chiede la carità. Passa un altro giovane dalla pelle dello stesso colore che apostrofa il primo con cipiglio severo: ‘’Va a lavorare!’’.

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Esiste la ‘’fuga dei cervelli’’ e quali dimensioni ha? Secondo l’indagine periodica dell’Istat (riferita al complesso dei 22mila dottori di ricerca del 2008 (11mila) e del 2010 (altri 11 mila) il fenomeno dell’emigrazione intellettuale è importante, ma non ha le dimensione che gli vengono attribuite. Sono però pur sempre 3mila i dottori di ricerca delle coorti considerate che vivono stabilmente all’estero (il 6% in più rispetto alla precedente indagine relativa agli anni 2004 e 2006). Si tratta, in totale, del 12,9%, ma gli uomini sono il 16,6%, le donne il 9,6%. In prevalenza ‘’emigrano’’ i fisici, i matematici e gli informatici. Quali sono i Paesi più attrattivi ?  E‘ al primo posto il Regno Unito che ospita  il 16,3% dei dottori di nazionalità italiana che vivono all’estero; seguono gli Usa con il 15,7%, la Francia con il 14,2%, la Germania con l’11,4%, la Svizzera con l’8,9%. Il Regno Unito è la principale destinazione dei dottori in scienze chimiche, della terra, statistiche, politiche e sociali e in ingegneria civile. Gli Usa di quelli in scienze mediche e biologiche. La Germania è la meta dei dottori di materie umanistiche e di ingegneria industriale e dell’informazione. Il Belgio (la sede della burocrazia europea) è il punto di riferimento dei dottori in scienze giuridiche.

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Secondo Ignazio Marino la destra deve tornare nelle fogne. Ma a Roma ci sono?

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