Da più parti – sui media, soprattutto – si sta gridando all’apertura totale della Chiesa su divorziati risposati, omosessuali e donne. Una sorta di rivoluzione culturale, insomma, che sarebbe addirittura benedetta dal Papa in persona, autore di tale “svolta”. Il tutto dovuto alla pubblicazione dell’Instrumentum laboris, cioè del documento che farà da traccia ai padri sinodali nella prossima Assemblea ordinaria di ottobre. In quel testo di quasi ottanta pagine, in effetti, a dominare sono concetti quali “accoglimento” e “integrazione”.
“NON E’ LA POSIZIONE DELLA CHIESA”
Il punto è che non si tratta di una “posizione della Chiesa” (come ha voluto chiarire il cardinale Péter Erdo, relatore generale del Sinodo), ma solo della sintesi ragionata delle risposte date dai fedeli d’ogni parte del globo al questionario somministrato dal Vaticano lo scorso inverno. L’Instrumentum laboris riprende, in sostanza, nient’altro che la Relatio Synodi approvata a conclusione dell’assise straordinaria del 2014 (testo votato e pubblicato otto mesi fa), ma anche le attese dei fedeli sparsi nel mondo. Il cardinale Lorenzo Baldisseri ha precisato che la Segreteria generale ha ricevuto 99 risposte da parte degli organismi aventi diritto, cui si sono aggiunte 359 osservazioni, inviate liberamente da diocesi e parrocchie, associazioni ecclesiali e gruppi spontanei di fedeli, movimenti e organizzazioni civili, numerose famiglie e singoli credenti. In ogni caso, ha precisato il porporato, “il documento riflette in modo affidabile la percezione e le attese della Chiesa intera sul tema cruciale della famiglia, integrando il risultato della precedente Assemblea contenuto nella Relatio Synodi”.
DOCUMENTO DIVISO IN TRE PARTI
L’Instrumentum laboris è diviso in tre parti: l’ascolto delle sfide sulla famiglia (parte I), il discernimento della vocazione familiare (parte II), la missione della famiglia oggi (parte III). Il Sinodo del prossimo ottobre seguirà anche una metodologia diversa, “dinamica e più adeguata ai nostri tempi”.
“SOLO UNA MINORANZA SOSTIENE L’INSEGNAMENTO DELLA CHIESA”
Il cardinale Erdo ha osservato come “solo una minoranza vive e sostiene e propone l’insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio e la famiglia, riconoscendo in esso la bontà del progetto creativo di Dio”. L’arcivescovo di Budapest ha anche sottolineato come “l’accentuazione esagerata dei diritti individuali senza tener conto dell’aspetto comunitario dell’essere umano produce un individualismo che mette al centro la soddisfazione di desideri e che non porta alla piena realizzazione della persona”.
SI’ ALLO SNELLIMENTO DELLA NULLITA’ MATRIMONIALE
In merito a uno dei temi su cui s’era già raggiunto un ampio consenso lo scorso ottobre, quello dello snellimento delle procedure di nullità matrimoniale, è stato chiarito come emerga “una larga convergenza circa il superamento della cosiddetta doppia sentenza conforme”. Viceversa, “altre proposte come le procedure amministrative per la dichiarazione della nullità del matrimonio sotto la responsabilità del vescovo hanno provocato non poche obiezioni e riserve”. Maggiore intesa – ha spiegato Erdo – “si è manifestato circa la possibilità di un processo canonico sommario nei casi di nullità patente del matrimonio”.
“NON CI SONO ‘NO’ PREGIUDIZIALI”
Per quanto attiene al delicato e controverso tema del riaccostamento alla comunione dei divorziati risposati, il segretario speciale, mons. Bruno Forte, ha spiegato che non c’è un no pregiudiziale, ma che “é in corso una riflessione”. A ogni modo, dalle risposte al questionario emerge “una diffusa insistenza sull’importanza di linee pastorali comuni, che puntino all’integrazione dei divorziati risposati civilmente nella comunità cristiana”, perché “nessuno deve sentirsi escluso”. Forte ha anche osservato come sia “dovere della comunità cristiana aiutare la famiglia nella sua crescita, educando i suoi membri all’esperienza della misericordia che viene da Dio ed esercitando la misericordia verso le famiglie ferite e fragili”. Necessario è “un linguaggio rinnovato, sensibile alla necessità della mediazione culturale esibita dai diversi contesti”. Una attenzione peculiare, poi, “va data pure alla cura pastorale di coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze, e a quelle cosiddette famiglie ferite”, tra cui rientrano i separati, i divorziati non risposati, i divorziati risposati, le famiglie monoparentali”.
LA DECISIONE SPETTERA’ AL PAPA
Si tratta, insomma, di una traccia di lavoro. Sarà il Sinodo ordinario del prossimo a ottobre a decidere come svilupparla. Al termine, ha aggiunto il cardinale Baldisseri, si prevede un testo finale che sarà consegnato nelle mani del Papa. Che poi deciderà, naturalmente, come meglio riterrà opportuno.