Ferve il dibattito su presente e futuro di Poste Italiane. Il gruppo presieduto da Luisa Todini e capitanato dall’ad, Francesco Caio, ha diverse partite in ballo: il piano industriale, che ha superato il vaglio (contrastato) del Garante delle Comunicazioni; il processo di privatizzazione in fieri, tanto che il capo azienda tornerà presto a Londra per colloquiare con gli investitori internazionali desiderosi di comprendere tempistica e numeri precisi; e la progressiva liberalizzazione del mercato postale.
Su quest’ultimo versante, dopo gli studi di I-Com, la relazione annuale dell’Antitrust, sono le audizioni in Parlamento del ddl Concorrenza a tenere banco tra gli addetti ai lavori. Al centro del dibattito, in particolare, come emerge dalle più recenti audizioni, vi è l’abrogazione della riserva legale sugli atti giudiziari. Ad intervenire è stato ieri il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi durante un’audizione in commissione Finanze alla Camera dove è in discussione il ddl Concorrenza, che è stato ovviamente difeso dal titolare dello Sviluppo in tutte le sue parti: dall’energia alle assicurazioni, fino alle professioni legali con l’apertura alle società di capitali.
COSA PREVEDE IL DDL CONCORRENZA
Il ddl Concorrenza ha introdotto tra le altre cose la liberalizzazione dei servizi di notifica degli atti giudiziari (Apertura al mercato della comunicazione a mezzo posta delle notificazioni di atti giudiziari e di violazioni al Codice della strada), che non saranno più affidati in esclusiva alle Poste Italiane, abrogando così dal 10 giugno 2016, l’articolo 4 del decreto legislativo del 1999 che affidava a Poste la riserva legale degli atti giudiziari.
LE PAROLE DI GUIDI
Una misura “anacronistica” ha detto Guidi, ex presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria e già vicepresidente di Confindustria, difendendo l’eliminazione della riserva inserita nel provvedimento governativo al quale ha lavorato proprio il dicastero retto dall’industriale: “Nel settore del recapito postale – ha detto il ministro – l’eliminazione dell’anacronistica riserva sulla consegna degli atti giudiziari consente di portare le dinamiche concorrenziali in un contesto dove, oltre tutto, il committente sono amministrazioni pubbliche. Si dà dunque un indiretto contributo alla spending review”.
“Nel campo postale – ha sottolineato il ministro – intendiamo definire con chiarezza i requisiti dei soggetti che potranno candidarsi a svolgere un compito tanto delicato quanto quello della consegna degli atti giudiziari e delle notifiche di sanzione”.
Approfondendo alcune tra le misure più delicate affrontate dal governo per rimuove gli ostacoli alla concorrenza, il ministro ha ribadito sulle Poste “la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria dell’intervento, e la sua congruità col contesto europeo anche in materia di sicurezza delle operazioni”.
In merito alla privatizzazione – ha detto Guidi – “tutte le best practice ci spingono con forza verso la piena liberalizzazione del mercato prima, e non dopo, l’ingresso di soci privati”. Parole che secondo alcuni addetti ai lavori paiono non troppo coincidenti con le linee d’azione del gruppo Poste.
LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA
D’accordo con Guidi solo per la portata pro-concorrenziale della misura prevista dal ddl Concorrenza, è stato nei giorni scorsi il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, che ha espresso invece “alcune perplessità sull’abrogazione della riserva legale di Poste Italiane nella notificazione di determinati atti” prevista dal ddl governativo.
“Tale misura – ha spiegato Panucci in un’audizione alla Camera davanti alle commissioni Finanze e Attività produttive a nome della confederazione presieduta da Giorgio Squinzi – pur essendo condivisibile per la sua portata pro concorrenziale, interviene su un percorso di privatizzazione già avviato, rischiando così di compromettere il consolidamento della società sul mercato azionario. Per questo motivo, è auspicabile che l’efficacia della misura venga prorogata e fatta coincidere con il termine di vigenza del prossimo contratto di programma 2015-2019, fissato al 31 dicembre 2019″.
LA PROPOSTA DI FISE-ARE
“Poniamo subito fine alla riserva di Poste”, hanno sostenuto invece i vertici della Fise-Are, l’associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta il sistema delle aziende private di recapito e distribuzione postale. Tra le slide illustrate dai privati in Parlamento, c’è la seguente proposta: “Riserva legale degli atti giudiziari: eliminazione della data del 10 giugno 2016: porre subito fine all’area di riserva”.
Secondo la federazione Fise-Are i ricavi derivanti dal solo recapito degli atti giudiziari “si può presumere che siano inferiori all’1% dei ricavi totali”.