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Unioni gay, il governo si opponga alla sentenza della Corte di Strasburgo

L’unico matrimonio giuridicamente valido è quello tra uomo e donna. Dobbiamo combattere con tutti gli strumenti della politica e del diritto affinché questa verità venga riconosciuta a Strasburgo e difesa dal Parlamento italiano.

La sentenza è controversa ma, qualora fosse confermata l’interpretazione degli esponenti del Pd, rischia di diventare un’invasione di campo che vuole imporre l’equivalenza fra la famiglia naturale e la neo-costituita famiglia gay. Il governo deve impegnarsi con ogni mezzo affinché l’interpretazione di questa sentenza non diventi la scorciatoia per promuovere leggi che gli italiani non vogliono e che sono in contrasto con il nostro ordinamento.

Davanti all’esultanza del sottosegretario alle Riforme costituzionali e ai rapporti con il Parlamento Ivan Scalfarotto e della senatrice Monica Cirinnà, relatrice del disegno di legge che è in discussione al Senato, i deputati e i senatori di Ncd che fanno parte della compagine governativa non possono che dirsi contrari, sbarrando la strada a qualsiasi parificazione normativa con l’istituzione delle unioni civili per le coppie omosessuali, dichiarandosi pronti a fare di tutto perché il governo impugni la sentenza.

Lo strumento per soddisfare le esigenze delle coppie omosessuali è già stato proposto al Parlamento: si tratta della testo unico promosso dai “Parlamentari per la famiglia”, che riorganizza la normativa in vigore senza creare un pericoloso precedente con la legge Cirinnà. Quest’ultima presterebbe il fianco ad altri ricorsi in sede europea, col rischio di introdurre per via giudiziaria matrimoni e adozioni gay sulla base del principio di non discriminazione.


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