Fra poche ore si capirà se anche a Roma c’è un prefetto che davvero si cura della vita e dei diritti dei cittadini oppure tutela lavativi, fannulloni o scioperanti in servizio permanente effettivo.
Eh sì, perché a Milano già un paio di volte – suscitando le ire di sindacati e sindacatupoli che rappresentano lavoratori dediti più a incrociare le braccia che a lavorare – il prefetto ha precettato chi aveva proclamato scioperi perché, evidentemente, si è ritenuto preminenti la libertà di circolazione e il diritto al trasporto pubblico rispetto alla solita tiritera di chi trova sempre una scusa buona per intralciare la vita a cittadini, professionisti, pensionati, lavoratori.
Ora è la volta della Capitale. Ieri la commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici ha detto in sostanza che lo sciopero indetto per il prossimo 27 luglio da diverse sigle sindacali (Orsa, Ugl e autonomi) – visto che arriva in un periodo funestato da disservizi, ritardi, cancellazioni di corse e altre vergogne quotidiane in metropolitane, tram e autobus – potrebbe determinare “la reale possibilità di un ulteriore pregiudizio grave ed imminente alla tutela della libertà di circolazione degli utenti del Trasporto Pubblico Locale del Comune di Roma Capitale”.
Per questo l’Authority ha invitato il prefetto “a valutare la sussistenza delle condizioni per l’adozione di un provvedimento ai sensi dell’articolo 8, comma 1, della legge n. 146 del 1990, e successive modificazioni”. Ossia la precettazione.
Aspettiamo la decisione del prefetto. Perché visto che il legislatore da anni, forse da decenni, non riesce a porre un freno normativo con nuovi e più stringenti vincoli a chi abusa sovente delle attuali regole, è giunta l’ora di scegliere tra il caos permanente e una società regolata.