Siamo in estate. Estate afosa, con temperature record da 150 anni a questa parte, secondo i soliti bene-informati, in grado di compulsare chissà quali archivi di meteorologia…
A) Tra 2 mesi, passato il caldo, Padoan e C. dovranno scrivere la legge di stabilità 2016 e la programmazione 2016-2018, anche alla luce delle promesse di Renzi:” abbatterò le tasse di circa 50 miliardi in 5 anni”. Promesse “verosimili” per il 38% degli italiani e “irrealizzabili” per il restante 62%.
B) In mezzo alla calura, la Lorenzin (improbabile ministro della salute) annuncia tagli alla sanità regionale per 3,2 miliardi, ma “senza compromettere la sicurezza del SS Nazionale”, perché“ la medicina difensiva costa 12 miliardi di euro/anno”.
Sommessamente, per l’ennesima volta, Le chiediamo dove ha recuperato queste cifre.
Sommessamente, per l’ennesima volta, Le chiediamo cosa abbia fatto Lei – da quando è stata nominato ministro – per risolvere, legislativamente, l’annoso problema della sicurezza sanitaria dei pazienti e dei sanitari, a partire dai medici.
Sommessamente, ma con rabbia, per l’ennesima volta, Le chiediamo di modificare la legge Balduzzi, prevedendo una controdenuncia automatica dei sanitari, in presenza di una denuncia “temeraria” dei pazienti o dei loro parenti. E prevedendo, altresì che ogni azione legale sanitaria preveda un costo per chi la attiva, nonché l’obbligo di provare le accuse.
Lo ribadiamo. Nessuno sanitario vuole sottrarsi alle proprie responsabilità, ma è ovvio che – senza una chiara modifica della normativa sanitaria attuale – la medicina difensiva continuerà a crescere, ed a costare sempre di più, qualunque siano i costi reali. Non certo, quelli blaterati dalle assicurazioni e ripresi dal ministro.
Ancora, cosa ha fatto, la Lorenzin, per eliminare la gestione regionale della sanità (fonte di sprechi amministrativi e di pesanti interferenze politiche) e per ipotizzare una sostanziale riforma del SSN, a quasi 40 anni dal suo varo?
4 decenni hanno profondamente modificato sia le patologie che le terapie. Meno acuzie, più cronicità; minor richiesta di ricovero e maggior necessità di assistenza domiciliare e di cure integrate H-T (ospedale e territorio). Farmaci innovativi e più costosi, per patologie prima incurabili. Esplosione della trapiantologia e delle protesi biologiche. Aumento delle disabilità, legato all’invecchiamento.
Ancora, e poco sommessamente, chiediamo alla Lorenzin di un Prontuario terapeutico nazionale sui presidi (presìdi non prèsidi!) , che fine ha fatto l’annoso progetto senza il quale le migliaia di gare sanitarie non potranno mai portare ad un serio benchmark dei vari materiali, disposable e non!
C) INPS: da deficit a deficit. Non siamo bocconiani, ma per 3 decenni abbiamo gestito reparti ospedalieri di nefrologia e dialisi, piuttosto costosi. Dal 1996 in poi – ossia dall’anno in cui la marea bocconiana ha invaso la sanità del Nord Italia con la sua pretesa di trasformare le strutture sanitarie in aziende – gli amministratori sanitari ci hanno chiesto di rispettare un certo budget, di mantenerci entro i valori de benchmark di ospedali e di reparti specialistici, analoghi per tipologia e dimensione. E così abbiamo fatto, evitando di “sforare” i budgets annuali, spesso varati dall’amministrazione poco prima della conclusione del primo semestre dell’anno corrente.
Per l’Inps, apparentemente, questi criteri non valgono.
La lettura del bilancio Inps 2013 (da quanti commentatori fatta in modo analitico?) evidenzia un significativo buco di bilancio: -16,7 miliardi (bilancio sociale); -13,5 miliardi (bilancio per cassa) e – 8,72 miliardi (bilancio di competenza).
A fronte di 318,5 mld di uscite, il gettito contributivo era di 202 mld e i trasferimenti statali (per l’assistenza) erano di 99,6 mld. Domanda di Pierino: ”chi ha coperto questi buchi”? Altra domanda di Pierino: “Siamo certi che le prestazioni assistenziali siano state adeguatamente finanziate, con quel trasferimento statale di 99,6 mld?”.
No, Noi non lo siamo. Soprattutto perché dal 2011 in poi, con l’esplodere della crisi economico-sociale, l’assistenza è esplosa. La lista delle prestazioni assistenziali Inps è lunga: pensioni-assegni sociali; assegni di invalidità e inabilità; pensioni CDCM ante 1989; gestione invalidi civili; disoccupazione; trattamenti famiglia; trattamenti maternità; trattamenti malattia; voci assistenziali varie; sussidi vari (almeno 40 tipologie diverse). Una marea di voci assistenziali non legate a versamenti contributivi. Una montagna di attività assistenziali che dovrebbero essere gestite da un altro Ente, diverso dall’Inps che – non a caso – si chiama Inps e non Inpas o Inpsa!
Il buon Boeri, su questo dovrebbe far chiarezza: sulla tabella analitica delle prestazioni assistenziali e sulla tabella analitica dei costi assistenziali. Siamo disposti ad offrirgli una cena di pesce, se riuscirà a dimostrare che queste voci assistenziali “reali” (anche se nascoste sotto la dizione “pensione sociale” o simili) non costano 100 miliardi ma almeno 120 miliardi. Se lo Stato pagasse in totalmente questi costi assistenziali, il che il bilancio INPS sarebbe in prevedibile pareggio. Di certo sarebbero in equilibrio le entrate contributive e il costo delle pensioni contributive.
Mastrapasqua non ha voluto separare l’assistenza dalla previdenza. Lo faccia a Boeri. Glielo hanno chiesto, giovedi’ 30 Luglio, Confedir-Cida-Cosmed , le principali confederazioni della dirigenza pubblica e privata.
Chi scrive, questa richiesta l’ha fatta da anni, inutilmente. Perché va ribadita, ora? Per un duplice motivo.
Per evitare le bacchettate di Strasburgo (CEDU) che ritiene che l’Italia tuteli poco i bambini, le famiglie numerose ed i soggetti precari o con reddito irrisorio. Per forza, i numeri veri della nostra assistenza sono “nascosti” nei bilanci Inps e non sono evidenziati in modo netto…
Il secondo motivo è racchiuso nel bilancio preventivo Inps 2015 (approvato dal CIV) che prevede un disavanzop finanziario di comèpetenza di 6,8 mld ed un disavanzo di gestione economica per 5,6 mld. Teoricamente inferiore a quello 2013, direte Voi.
Teoricamente, perché il bilancio preventivo prevede il varo di ben 9 nuovi capitoli di spesa ( a fronte di 7 nuovi capitdi entrata) di natura assistenziale: dall’incentivo ai datori di lavoro per le assunzioni (101206033), all’esonero dei versamenti contributivi (101209093), all’assegno di natalità (301205097), alle spese legali, al rimborso degli interessi, agli ammortizzatori sociali in deroga, etc. etc. Con il che, ed in assenza di certezza di risorse dal Ministero dell’Economia (legge di stabilità 2015-2016), è facile prevedere un aumento del deficit Inps 2015, rispetto alle previsioni del CIV.
Infine, una annotazione. Quanti commentatori sanno che, nel 2015, i risparmi di spesa (pari a 689 milioni) saranno versati dall’Inps allo Stato (che li sprecherà…)?
Quanti sanno che, nel 2015, l’Inps ha riformulato le sue funzioni (mission) in: politico-previdenziali; diritti sociali e famiglia; politiche per il lavoro? Eppure, queste “mission” non hanno ancora dato origine a specifici e separati capitoli di bilancio.
COMPITI PER LE VACANZE
A Boeri, quindi, diamo i compiti delle vacanze: progetto concreto per separare l’assistenza dalla previdenza; progetto concreto per risparmiare sui costi gestionali (15 mld); progetto concreto per fare chiarezza sulle partite di giro, pari a circa 63 miliardi ed in aumento rispetto al 2013.
A Settembre, ne riparleremo. In ogni caso, e prima di pensare ad ulteriori danni ai pensionati (alla faccia della sentenza 70/2015 della Consulta), Boeri deve guardare in casa sua. Anche a Lui tocca una spending review, bocconiana…anzi cottarelliana.
Sursum corda!