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Le missioni aeree di Usa ed Europa per fermare la Russia in Ucraina

Non sarà la prima volta che i sofisticati F-22 di Washington saranno dispiegati fuori dai confini americani. Era già accaduto in Asia e più recentemente in Iraq e Siria, per contrastare l’avanzata dei drappi neri dello Stato Islamico. A breve, ha annunciato ieri il Segretario per l’Aviazione degli Usa, Deborah James, i caccia arriveranno anche in Europa, per assolvere un altro compito delicatissimo: inviare un segnale chiaro alla Russia di Vladimir Putin.

L’AGGRESSIVITÀ DI MOSCA

L’aggressività di Mosca in Ucraina, spiega l’agenzia Reuters, preoccupa sempre più i vertici della difesa americana, per la quale la presenza dei velivoli, capaci di sfuggire ai radar, dovrebbe essere in grado di dissuadere il Cremlino da ulteriori atteggiamenti sprezzanti.

LE ULTIME MOSSE

Nonostante le sanzioni occidentali nei confronti di Mosca stiano lentamente producendo gli effetti sperati, il Cremlino non rinuncia ancora a sostenere i ribelli filorussi che destabilizzano l’est di Kiev. Una manciata di giorni fa, il 24 agosto, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha denunciato nuovamente la Russia di aver inviato tre convogli militari oltre il confine controllato da separatisti, nelle aree di Lugansk, Donetsk e Debaltseve.

LE OPERAZIONI NATO

La presenza dei jet nel teatro europeo, rimarca il britannico Daily Mail, consentirà anche di rafforzare le capacità operative della Nato e di testare l’abilità dei velivoli americani di “dialogare” e operare con gli Eurofighter.
Gli aerei europei – ricordava pochi giorni su queste colonne fa il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, oggi presidente della Fondazione Icsa – sono già presenti “nell’area del Mar Baltico a protezione dello spazio aereo di quei Paesi” e da otto mesi operano “sulla base aerea di Siaulai, in Lituania”, nell’ambito di un dispiegamento “che si colloca nel quadro della solidarietà atlantica ed in particolare delle attività di polizia aerea”.

LE ALTRE INIZIATIVE

Questi aerei non sono i soli. L’arrivo degli F22 Raptor, rammentava ieri Guido Olimpio sul Corriere della Sera, segue altre iniziative “prese dagli Stati Uniti in coordinamento con la Nato”. Gli americani, specifica, “hanno inviato velivoli A 10 per il supporto alle unità terrestri, hanno mandato rinforzi (anche mezzi corazzati in numerosi paesi), hanno partecipato a importanti esercitazioni con i partner atlantici mobilitando i bombardieri strategici B52 e il comando statunitense ha previsto di accrescere i depositi militari in Europa pre-posizionando altro materiale”. Mosse che “si sono intrecciate alla crisi ucraina e ai ripetuti “incontri” ravvicinati nei cieli tra caccia alleati e i ricognitori russi. Centinaia di episodi senza gravi conseguenze ma che hanno sottolineato il clima di tensione, un confronto da guerra fredda”.

LE MOSSE DELL’ALLEANZA

La crisi di Kiev e le violazioni del diritto internazionale della Russia, come quella in Crimea, – aveva già sottolineato in una conversazione con Formiche.net l’ambasciatore statunitense Douglas Lute – sono osservate sempre più da vicino dalla Nato, impegnata negli ultimi mesi in diverse esercitazioni militari, come la recente Baltops, che dal 1971 insegue l’obiettivo di rinforzare l’interoperabilità degli eserciti e la fiducia reciproca tra i Paesi. Le aree coinvolte sono quelle più prossime all’Ucraina: Polonia, ma anche Germania e il mar Baltico. O come quella partita dalla base di Ämari, in Estonia, dove a maggio – in un surreale war game – oltre 13mila uomini hanno messo in scena la simulazione di un’invasione da parte della nazione immaginaria di Aslavia, controfigura della Federazione.

INTELLIGENCE RAFFORZATA

Alcune mosse sono già state intraprese e altre sono in evoluzione. Si va verso un potenziamento delle capacità di analisi e intelligence, un’accelerazione delle modalità di assunzione delle decisioni in seno all’Alleanza e l’implementazione del più grande rafforzamento della difesa collettiva dalla fine della Guerra fredda, grazie al Readiness Action Plan (Rap), approvato il 5 settembre 2014 nel Regno Unito.

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