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Perché il Pentagono borbotta con la Silicon Valley

La visita del segretario della Difesa Ash Carter alla Silicon Valley aggiunge un ulteriore tassello all’iniziativa lanciata da Obama durante il cyber summit dello scorso febbraio quando, alla Stanford University, il presidente americano ha annunciato l’avvio del partenariato pubblico-privato (PPP) in difesa degli interessi nazionali americani.

Il Pentagono, sulla scia del mandato presidenziale, è intenzionato a spingere la Silicon Valley a piegarsi alle esigenze di difesa nazionale degli Stati Uniti nella corsa ai cyber armamenti. In particolare, Washington vuole stare al passo con russi e cinesi sul piano delle cyber capabilities (strategiche, tattiche ed operative) e delle tecnologiche dual-use date in dotazione alle varie forze armate americane per mantenere la full spectrum dominance sui cinque domini militari.

Prova di tale approccio persuasivo è stata la visita di Carter alla Defense Innovation Unit Experimental (DIUX). Carter è atterrato venerdì al Moffett Federal Airfield (la sua seconda apparizione in quattro mesi) per rassicurare la Silicon Valley “che il Pentagono vede la regione come una parte essenziale per la difesa nazionale”.

Il segretario alla Difesa ha anche annunciato che il Pentagono investirà 75 milioni di dollari per la costituzione di un consorzio di 162 aziende, chiamato Flexible Hybrid Electronic Institute, specializzato nella tecnologia informatica “indossabile”. A tale budget si aggiungerà anche un contributo di 96 milioni di dollari destinati al settore civile (Università e settore industrialed enti locali) per i prossimi cinque anni.

Durante la visita Carter ha dichiarato esplicitamente di avere spinto il Pentagono “a pensare fuori dagli schemi e di investire in innovazione qui, nella Silicon Valley e nelle comunità tecnologiche in tutto il paese”.

Ma, come sottolinea Colin Clark nella sua analisi (apparsa sul sito breakingdefense.com), la Silicon Valley sembra respingere le lusinghe del Pentagono. Secondo Clark, questo continuo disinteresse da parte della tech community è dovuto per lo più a un approccio sbagliato da parte dei militari che pensano con dinamiche classiche (interesse nazionale) senza considerare l’interesse economico.

In definitiva, a pesare negativamente sulla fiducia e l’avvio del tanto acclamato partenariato pubblico–privato (PPP) sembra essere il ricordo, ancora oggi vivo nei corridoi della Silicon Valley, dello Snowden leack che ha avuto non poche ripercussioni economiche negative per il mondo Hi–Tech.



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