Vittoria di Barack Obama al Senato americano. I senatori repubblicani ieri (nella notte in Italia) non sono riusciti a fare passare una risoluzione che avrebbe bloccato l’accordo sul nucleare siglato tra l’Iran e le principali potenze mondiali a luglio e che avrebbe portato a un braccio di ferro tra il Congresso e la Casa Bianca.
IL RISCHIO DEL VETO
Il presidente statunitense infatti sarebbe stato costretto a ricorre a un veto per proteggere la storica intesa tra Teheran e Usa, Regno Unito, Francia, Germania, Russia e Cina.
LA SCONFITTA DEL GOP
I repubblicani al Senato non sono riusciti a raccogliere i 60 voti di cui avevano bisogno. Si sono fermati a 58 contro i 42 voti contrari alla loro risoluzione, questi ultimi tutti arrivati da democratici o indipendenti che generalmente stanno dalla parte dei conservatori.
LE PAROLE DI OBAMA
Lo stesso Obama ha definito il risultato messo a segno ieri dei democratici al Senato come un “passo in avanti storico” che permette agli Stati Uniti di “lavorare con i partner internazionali all’implementazione di un accordo completo e di lungo termine che impedirà all’Iran di ottenere armi nucleari”.
Il voto di ieri, ha spiegato Obama in una nota, è una “vittoria per la diplomazia, per la sicurezza nazionale americana e per la sicurezza del mondo”.
I PROSSIMI PASSI
Ora partono i lavori per rendere concreta l’intesa, che deve essere formalmente adottata il 19 ottobre ossia 90 giorni dopo l’approvazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. La tempistica della sua entrata in vigore – che si verificherà nel cosiddetto “implementation day”, quando per altro cadranno le sanzioni imposte alla nazione mediorientale – è però incerta. Secondo alcuni esperti americani, ci vorranno dai sei ai nove mesi prima che l’Iran faccia i passi richiesti ma Teheran dice che può agire più velocemente.