Da oggi è ufficiale: non ci sono gufi e rosiconi in Confindustria. Basta sfogliare l’ultimo numero degli “Scenari Economici“, pubblicato oggi, per avere certezza. L’ottimismo, seppure non sfrenato, pervade il documento messo a punto dall’ufficio studi della confederazione degli industriali presieduta da Giorgio Squinzi.
Non solo per la revisione al rialzo delle stime di crescita del Pil (+1% nel 2015 e +1,5% nel 2016 contro +0,8% e +1,4% stimati in giugno), ma anche e soprattutto per gli apprezzamenti del capo economista di Confindustria, Luca Paolazzi, per alcuni recenti provvedimenti del governo Renzi. In particolare il Jobs Act con il contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Eh sì. Infatti mentre gli addetti ai lavori dibattono sui fattori che hanno determinato un incremento delle assunzioni a tempo indeterminato (il Jobs act oppure gli sgravi fiscali triennali?), la confederazione di viale dell’Astronomia non ha dubbi: entrambe le misure stanno funzionando. Ecco quello che infatti ha detto Paolazzi, come emerge dalle slide del capo economista di Confindustria. Innanzitutto i numeri: nei primi sette mesi del 2015 le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono cresciute del 35,4% rispetto allo stesso periodo del 2014 e sono stati fatti 787mila contratti con decontribuzione.
Il giudizio di Confindustria è il seguente: “Il miglioramento del mercato del lavoro ha avuto una netta accelerazione in marzo, quando è entrato in vigore il Jobs Act, che si è aggiunto alla decontribuzione sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato. L’aumento degli occupati – ha aggiunto Paolazzi – avviene in presa diretta con l’incremento del Pil, in un circolo virtuoso che alimenta la fiducia e diffonde la crescita“.
Comunque è lo stesso capo economista di Confindustria a rimarcare come il rimbalzino della crescita abbia più motivi extra italiani che endogeni. Perché il centro studi crede nell’accelerazione? Ecco la risposta di Paolazzi: per gli “effetti positivi ritardati dal risparmio sulla bolletta petrolifera (21 miliardi), dalla svalutazione del cambio e dalla diminuzione dei tassi“.
Certo, “la stagione turistica è stata molto positiva”, “il successo di Expo 2015 va al di là delle attese”, ma “l’analisi della situazione attuale suggerisce che in questo momento il Paese risplende più di luce riflessa che per meriti propri”.
Non mancano, infine, i consigli, al Renzi, dopo aver previsto per il biennio la creazione di 494mila posti di lavoro: “L’unica strada è quella delle riforme, come insegna la Spagna”. La Spagna? Siamo proprio sicuri? Non tutti sono d’accordo, ad esempio Mario Seminerio curatore del blog Phastidio.net e il saggista ed editorialista Stefano Cingolani. E pure tra i consiglieri renziani c’è chi sbuffa quando qualcuno consiglia all’Italia di seguire modelli stranieri.
Il dibattito può proseguire.
L’ULTIMO NUMERO DI SCENARI ECONOMICI CURATO DA CONFINDUSTRIA