Che il Pd sia “due partiti-in uno” è ormai sotto gli occhi di tutti. Che fosse anche un coacervo di correnti, camarille, potentati e cacicchi locali si era capito da molto tempo, ben prima che esplodesse la bomba di “Mafia capitale”. Confesso, tuttavia, che non sospettavo l’esistenza perfino di quelli che tecnicamente possono definirsi clan personali. L’ho scoperto su Twitter. Un rettangolo rosso, la classica fotina, sullo sfondo una scritta a caratteri cubitali: “MENTALITÀ DATTORRIANA”. È il logo dei “dattorriani”, i fan e i simpatizzanti del deputato bersaniano Alfredo D’Attorre. Sono autori, tra l’altro, di sondaggi in cui si possono leggere perle come questa (fresca di giornata): “Secondo voi quale sarebbe il ministero più adatto per il nostro Alfredo?”. Premesso che alla domanda non saprei come rispondere, poiché ignoro colpevolmente il significato della “mentalità dattorriana”, e poiché conosco l’on. D’Attorre soltanto per le sue esternazioni contro Renzi (a prescindere, come direbbe Totò), mi chiedo se non ci troviamo di fronte a un clamoroso esempio di ridicolo (mini)culto della (mini)personalità, che però ben rappresenta il cafarnao politico-organizzativo in cui oggi versa il Partito democratico.
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Una brava giornalista, Laura Cesaretti, ha acutamente osservato che nessun esponente di spicco della minoranza Pd ha difeso Susanna Camusso, quando la segretaria della Cgil ha rivendicato il diritto delle maestranze del Colosseo a riunirsi in assemblea durante l’orario di lavoro. Imbarazzo a parte, forse hanno capito che la Camusso in versione leninista adesso li considera solo dei molli menscevichi.
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“Chi è un sadico?”. “Uno che è gentile con un masochista”. Questa battuta è in genere attribuita a Bertrand Russell, il quale intendeva mettere in discussione nientemeno che la più universale delle norme morali: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. D’accordo, chiosava il logico e matematico gallese, ma gli altri “potrebbero non avere gli stessi gusti”. Paradosso e umorismo a parte, nella realtà il sadico e il masochista potrebbero avere seri problemi a coordinarsi per raggiungere ciascuno il proprio scopo. Prendete la riforma del Senato. Ogni volta che la minoranza del Pd (masochista per natura) riceve una sia pur timida apertura da Renzi (sadico per scelta), volendo invece essere tormentata, gode. Ma se gode, soffre. Ma se soffre, gode… Ecco perché per me non c’è una vera via d’uscita da un confronto il quale, bene che vadano i tentativi di mediazione in corso, si concluderà con un pastrocchio.