Enrico Castellani. Milano, Galleria Cardi fino al 19 dicembre
Le opere di Enrico Castellani sono tra le più ricercate nelle aste internazionali. Castellani e il suo astrattismo autoreferenziale, strutturale e costruttivo, con valenze minimali e concettuali in cui viene definitivamente superato il vitalismo informale di matrice europea e americana, sono protagonisti alla Galleria Cardi di Milano. Ancorato alla classicità dei mezzi, ovvero tela, telaio e chiodi, Castellani supera l’informale a favore di un’espressione plastica e visiva, che definisce una pittura fredda e impersonale caratterizzata da superfici monocrome strutturate tridimensionalmente da rilievi e avvallamenti, vuoti e pieni, estroflessioni e introflessioni. La superficie è dinamicamente concepita, strutturata geometricamente e razionalmente, progettata e innervata da articolazioni minime e primarie, in cui non esiste alcun riferimento virtuale o illusorio.
L’unico intervento esterno e modificatore è la luce che, battendo sulla superficie in tensione, ne modifica la percezione visiva. Non esiste attitudine spiritualistica e mistica, l’artista mette in atto un processo materialista per attivare la percezione fisica e mentale di una dimensione ipoteticamente infinita. Considerato oggi come uno dei più importanti artisti italiani, Castellani ha mosso la sua poetica dall’idea di produrre oggetti pittorici dall’essenza indiscutibile, non interpretabile, secondo il motto che “l’opera è ciò che si vede”. Nel 2010 Enrico Castellani ha ricevuto dal Principe Hitaki, patrono onorario della Japan art association, il Praemium imperiale per la pittura, il più alto riconoscimento artistico a livello internazionale. La mostra milanese è a cura di Annamaria Maggi.