L’Italia come pivot della sicurezza nel quadrante del Mediterraneo. È questo il senso della visita del segretario alla Difesa Usa Ashton Carter che alla vigilia del prossimo vertice Nato sarà a Roma per incontrare il ministro Roberta Pinotti ed il presidente Sergio Mattarella. Si tratta di un riconoscimento significativo della credibilità internazionale che il Paese ha saputo conquistare negli ultimi mesi e anni. Attualmente sono oltre 4mila i militari italiani impegnati in diverse e delicate missioni all’estero. Ed è un dato di fatto che Roma non manchi mai nell’elenco dei “volonterosi” che di volta in volta sono chiamati ad affrontare gli scenari di crisi.
Washington è consapevole di questo sforzo, così come comprende anche il senso della posizione dell’Italia, che ha più volte espresso agli alleati la priorità e l’urgenza per la Nato di avere adeguate capacità di risposta nei confronti delle minacce che provengono da Sud (Southern flank). La geografia ci consegna infatti una rinnovata centralità e non è un caso che il numero uno del Pentagono visiterà Sigonella: le basi dell’Alleanza Atlantica nella penisola – soprattutto in Sicilia – si rivelano oggi particolarmente strategiche, incluso quel Muos – il sofisticato sistema satellitare americano per garantire le comunicazioni militari – ora fermo a Niscemi per incredibili beghe politiche e giudiziarie.
La politica di sicurezza include ovviamente il settore industriale. Boeing è presente in Italia da 65 anni: oltre al programma del 787 a Grottaglie, con Agusta Westland co-produce parti degli elicotteri da combattimento Chinook Ch-47F destinati alle forze speciali; General Electric ha recentemente acquisito Avio Aero; il gigante della difesa Usa, Lockheed Martin, è attiva non solo con gli F-35, ma anche nel settore navale (con Fincantieri in Wisconsin) e nel programma missilistico Meads (con Mbda).
Per parte sua, Finmeccanica – dopo aver confermato la partecipazione nella controllata americana Drs (fornitrice di diverse agenzie di intelligence) – punta al contratto per la fornitura degli addestratori, aeromobili rispetto i quali può vantare un primato di eccellenza. La partita, ovviamente, non si baserà solo sulla qualità del prodotto ma anche sulle relazioni governo-governo. La verità è che la politica estera (e anche quella commerciale) passa sempre più spesso dalle intese siglate nei settori della difesa e della sicurezza. In questo campo, il governo italiano può e deve consolidare i suoi investimenti ed invertire la tendenza a tagliare il budget militare. Ecco perchè il successo della visita del Segretario Carter si misurerà anche nella legge di bilancio.
Paolo Messa, direttore del Centro Studi Americani