L’acquisizione di Avio Aero da parte di General Electric; Boeing, che con AgustaWestland co-produce a Cascina Costa parti degli elicotteri da combattimento Chinook Ch-47F destinati alle forze speciali; o ancora Lockheed Martin, impegnata con gli F-35, ma anche nel comparto navale (è prime contractor di una maxi commessa che darà lavoro anche a Marinette Marine, controllata di Fincantieri con quartier generale in Wisconsin) e nel missilistico Meads (il programma italo-tedesco-americano sviluppato con Mbda Missile System).
LA COOPERAZIONE ITALIA-USA
Sono alcuni esempi della cooperazione tra Italia e Usa nei temi della difesa e della sicurezza, che si sostanzia anche di questo dialogo tra le industrie di settore e che nel tempo ha visto diversi investimenti in Italia da parte di imprese a stelle e strisce (ma anche qualche esempio di presenza italiana oltreoceano, come nel caso di Fincantieri, appunto, o di Finmeccanica e della sua Drs Technologies, fornitrice per diverse agenzie d’intelligence Usa).
LA NOVITA’ DEGLI F-35 SECONDO IL SOLE
Secondo il Sole 24 Ore di oggi, la novità è che l’Italia si è impegnata a prendere 32 F-35 finora. Quindi, scrive Gianni Dragoni, “molto più degli 8 aerei per i quali, a livello ufficiale, l’Italia finora risultava aver firmato il contratto di acquisto”. Al quotidiano di Confindustria, Patrick Dewar, executive vicepresident di Lockheed Martin International, ha detto: “L’F-35 è un programma di grande successo. La produzione sta andando molto bene. Spero che l’Aeronautica italiana sia sostenuta dal governo e abbia tutti gli aerei che richiede. Si sono impegnati a comprarne 32 finora, sui 91 totali previsti”.
LA VISITA DI CARTER
A rendere più saldo questo rapporto, però, non contribuisce solo il versante economico, ma anche quello politico. Non sarà infatti una semplice visita di rito quella che il sottosegretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, terrà in Italia domani e mercoledì. Tra i molti dossier sul tavolo del numero uno del Pentagono e del ministro Roberta Pinotti ci sarà in primo luogo il rafforzamento della sicurezza nel quadrante del Mediterraneo, all’interno del quale Roma può recitare un ruolo fondamentale. La ragione di ciò è non solo nella collocazione geografica, che pone la Penisola come pivot naturale in questo scacchiere, ma anche nel rapporto che Via XX Settembre ha costruito in questi anni con la controparte americana.
LE SINTONIE
Tra i due Paesi c’è, come detto, non ci sono però solo sintonie di convenienza, ma anche una comunanza valoriale che sfocia nell’adesione di Roma alla Nato, per abbracciare l’intero versante strategico – dal contrasto allo Stato Islamico in Siria e in Iraq alla delicata crisi libica. Tuttavia gli aspetti concernenti la sicurezza comune rimangono in primo piano.
IL SEMINARIO
Di questa e altre sfide della difesa si parlerà oggi in un seminario della rivista Airpress moderato da Paolo Messa, direttore del Centro Studi Americani, e partecipato da Patrick Dewar, vice presidente esecutivo di Lockheed Martin International e presidente di Lockheed Martin Global.
“È importante – spiega il top manager – che Italia e Stati Uniti continuino ad alimentare un legame già forte. Ciò può avere positive ripercussioni sotto il profilo occupazionale, ma soprattutto può rappresentare il modo migliore per farci trovare pronti nel contrastare le tante minacce alle quali assistiamo, in scenari come l’Ucraina o il Medio Oriente”.