Ritenere il gruppo verdiniano al Senato il regno del male è da vili. Mi sembra addirittura farisaico. Renzi quando ha trattato con Verdini il suo ingresso in maggioranza sapeva benissimo con chi si alleava, è inutile quindi che oggi molti esponenti del PD mostrano falsamente e con tantissima ipocrisia profondo imbarazzo di fronte agli accaduti provocati da Barani e D’Anna a Palazzo Madama. All’approvazione dell’art.2 della riforma, il pensiero espresso in aula dalla Finocchiaro fu: “…Ma non posso nascondere la soddisfazione per aver raggiunto un accordo che ha tenuto unito il mio partito e la maggioranza: lo trovo un risultato politico che non è ininfluente»…”. Capito? Le riforme per questa gente si fanno per tenere unito il partito non per migliorare la vita delle istituzioni e del popolo italiano. Caro Bersani e minoranza PD è inutile quindi fingere di scandalizzarsi. L’importante per voi è vincere comunque. La crisi della politica invece si supera non immaginando il futuro come ritorno, ma come ritorno al futuro.
Le imbarazzanti rappresentazioni che i mezzi di informazione stanno trasmettendo all’opinione pubblica degli ultimi eventi al Senato, purtroppo, stanno lì a dimostrare come la crisi della politica e dei partiti sia molto più acuta di quanto si possa credere, al punto da considerarla non crisi, ma addirittura miserabile degrado. Renzi, per mantenersi a galla, imbarca tutto, ma non può ritenere che le maggioranze parlamentari siano variabili, alla stregua di viaggi in tram. Peggio ancora, se queste mutano in tempi di straordinarietà della vita delle istituzioni. Infatti, il Parlamento italiano sta agendo in una condizione di illegittimità palese. Le Camere dovrebbero legiferare soltanto per approvare una nuova legge elettorale, vista che quella precedente del “porcellum” è stata riconosciuta illegittima dall’Alta Corte, e illegittimi sono da considerarsi tutti gli effetti della legge dichiarata illegittima. Perché nessuno lo dice, perché nessuno ne parla? La minoranza PD aveva un formidabile argomento per bloccare tutto e non lo ha fatto, adesso è inutile versare lacrime di coccodrillo.
Tutti a dire che la crisi della politica esiste, e allora se esiste i protagonisti in campo non la possono contemplare, ma la devono affrontare con coraggio e con determinazione, non attraverso le ideologie che non ci sono più ma con gli ideali, le idee, la moralità di cui gli attori sono portatori. Le riforme istituzionali su cui tanto insistono il PD e Renzi non possono essere considerate un surrogato per superare la crisi della politica. La politica non è solo legiferare sulle riforme istituzionali, ma una visione del mondo che guarda al bene comune. Un partito consapevole delle proprie difficoltà e il PD, come gli altri, è in affanno spaventoso si impegna, per recuperare un’idea da costruire insieme e che costituisca proposta da suggerire, confrontare al proprio interno. La storia politica non è la sola storia delle decisioni di governo o degli slogan di partito, ma è la storia di un’idea che si incarna, che combatte, che è sconfitta, che si riprende. Questa era la grande idea di Sturzo della libertà. E non c’è niente oggi che convinca che tali idee siano ormai superate, desuete.
In questo tempo si ha la necessità di guardare ai fatti e i fatti ci dicono che la politica è in ansia, per la sua crisi anche perché scienza, capitale, tecnica vivono confini molto più ampi di quelli angusti nazionali, dove vige una moralità meno cogente, al punto da mettere in forse la legalità intesa in senso tradizionale, per cui la legalità è il fatto nuovo da costruire. E la politica se ne deve fare carico. La guerra, la difesa dell’ambiente, i problemi migratori, un surplus di fratellanza che si sta sviluppando, non possono essere risolti nei ristretti confini degli Stati nazionali.
Non c’è bisogno di rottamare(rinnovare) secondo le teorie baldanzose e di breve respiro di Renzi, ma semplicemente di ricominciare, avendo coscienza che non si riparte da zero dopo settant’anni di democrazia repubblicana. Bisogna lavorare perché una nuova, grande e originale sintesi sia possibile, consapevoli che le vittorie non stanno nella vita singolare, effimero risultato, ma le vittorie contano se stanno nei corsi della storia.
Renzi, la minoranza Pd e Verdini
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