“La crisi economica è alle spalle. A fine 2015 l’Italia sarà cresciuta dello 0,9% mentre le attuali stime prevedono per il prossimo anno un aumento del prodotto interno lordo dell’1,5%. Alla luce di questi numeri, c’è tutto il margine per guardare al futuro con rinnovata fiducia”.
E’ una ventata di ottimismo quella che arriva da Azimut, la società italiana quotata in borsa leader nel risparmio gestito, che giovedì sera nel centro di Roma ha incontrato i suoi principali clienti istituzionali tra cui i rappresentanti di casse di previdenza, fondi pensione, associazioni di categoria e compagnie assicurative. E’ stata l’occasione per presentare loro la nuova divisione dedicata al mercato istituzionale ma anche per fare il punto della situazione sulle performance e le attività della compagnia, il momento dell’Italia e l’evoluzione degli scenari macroeconomici.
IL 2015 DI AZIMUT
La società ha chiuso il primo semestre di quest’anno con un utile netto di 180 milioni di euro. Una somma che, secondo il presidente di Azimut, Pietro Giuliani, a fine 2015 ammonterà quantomeno a 220 milioni. Si tratta di un calcolo per difetto – ha spiegato Giuliani – fatto sulla base di una stima prudenziale che attribuisce al quarto trimestre dell’anno gli stessi risultati del terzo, molto complicato per i mercati a causa del crollo estivo della borse cinesi. Il quarto trimestre – si è sbilanciato invece il presidente di Azimut – “dovrebbe andare meglio”. E, quindi, alla fine, l’utile netto dovrebbe anche essere superiore ai 220 milioni.
L’ITALIA CHE MIGLIORA
Di fronte agli investitori istituzionali, gli uomini Azimut non hanno mancato di evidenziare il cammino intrapreso dall’Italia sulla strada della ripresa economica. “C’è e si vede dai dati, sotto il profilo della domanda interna, delle esportazioni e del credito, il cui costo è diminuito” ha rilevato Guido Casella, senior portfolio manager della società. “Gli indicatori sulla fiducia dei consumatori sono ai massimi dal 2007. Tutto ciò vuol dire che c’è da essere ottimisti”.
UNA RIPRESA CHE VIENE DA OLTREOCEANO
Da una società come Azimut che ha 34 miliardi di euro di masse in gestione ed è presente in 14 diversi Stati, non poteva non arrivare anche un’analisi degli scenari economici globali. Da questo punto di vista Casella si è soffermato soprattutto sugli Stati Uniti dove – ha sottolineato – le buone performance sono determinate da due fattori in particolare. Il primo è rappresentato dal cosiddetto “misery index”, l’indice derivante dalla combinazione di inflazione (al 2,2%) e disoccupazione (al 5,1%), che oggi si trova al punto più basso degli ultimi 50 anni. Il secondo elemento sono, invece le esportazioni che – nonostante una flessione – tengono (ad agosto sono del 2% ma ammontavano comunque a 185 miliardi di dollari).
L’ATTIVITA’ ISTITUZIONALE DI AZIMUT
Alla serata hanno partecipato anche i membri della nuova divisione istituzionale di Azimut, strutturata in due macro aree e coordinata da Filippo Notarcola con il supporto di Michelangelo Liguori. A oggi il business istituzionale della società contribuisce a circa il 10% del patrimonio totale gestito del gruppo.