“Abbiamo già recuperato 300mila posti di lavoro netti da inizio 2014. Se il Pil crescerà come nelle stime del governo, le riforme diventeranno strutturali, con un Paese che tornerà a credere in se stesso, credo che da qui alla fine della legislatura si potrebbe arrivare ad accrescere di altri 300-400mila il numero dei nuovi occupati”. Lo dice alla fine dell’intervista, senza alcuna enfasi, il professor Marco Fortis, vice presidente della Fondazione Edison, economista che fa parte della squadra dei consiglieri del premier Matteo Renzi a Palazzo Chigi.
Insomma a fare bene i conti, se tutto va come è nei desiderata del governo, si potrebbe toccare il tetto del milione di posti di lavoro, leitmotiv usato già in politica ma che nel 2018 potrebbe essere reale. E’ chiaro che l’obiettivo sottaciuto è questo mentre “i lavoratori italiani” – spiega Fortis in una conversazione con Formiche.net – “già alla fine di quest’anno potrebbero tornare a toccare quota 22milioni e 600mila, cioè quelli che l’Italia aveva prima dell’inizio della seconda crisi economica iniziata nel 2011.
Una legge di stabilità espansiva, anche se qualche delusione c’è, rispetto al calo dell’Ires dal 2017 e non dal 2016 ad esempio…
A me sembra una manovra ambiziosa, logica prosecuzione della precedente, che ha avuto il merito di aver dato il via alla ripresa. Questa del 2016 è fatta di tanti stimoli diversi che messi insieme fanno massa critica e permettono alla crescita del Paese di diventare strutturale. Guardiamo al mondo delle piccole e medie aziende, dopo la nuova Legge Sabatini adesso questo super ammortamento che ti fa ammortizzare il 140% anziché il 100% dell’investimento è una cosa straordinaria, altro che austerity. Anche l’Europa dovrebbe varare il super ammortamento sugli investimenti in macchinari e tecnologie per dare una scossa alla sua economia che langue da molti anni. E, poi, sull’Ires non è detto. Renzi l’ha spiegato bene che potrebbe anticiparla al 2016 se venisse riconosciuta la clausola sull’immigrazione che ci permetterebbe ancora una maggiore flessibilità per circa 2,3 miliardi di euro.
Si è preferito tagliare l’Imu sulla prima abitazione anche se è un taglio lineare che favorisce tutti: ricchi e poveri…
E’ una misura giusta e quando qualcuno da Bruxelles la critica dovrebbe ricordare che i Paesi dell’Unione non hanno tutti le stesse caratteristiche. In Italia l’80% è proprietario di una prima casa, questo non avviene in Spagna o in Germania. Ecco perché togliere l’Imu serve anche a ridare fiducia, speranza ai cittadini che non vedono sempre lo stato come vessatore. Senza dimenticare che è stata tolta anche quella agricola e l’odiata tassa sugli imbullonati. Sembrano misure scontate quando vanno in porto ma sono reali sostegni a famiglie e imprese.
Già, così come il provvedimento sul contante, una misura quasi berlusconiana. Non pensa?
Lascerei da parte certi paragoni e i facili moralismi perché non è certo portando il contante a 3mila euro che aumenta l’evasione fiscale, che va combattuta invece con i controlli dei dati e con le moderne tecnologie. Al contrario è una misura che va letta sempre nell’ottica di rilanciare l’economia, di invitare gli italiani ad avere più fiducia che poi è la prerogativa della crescita.
Sembra un libro dei sogni con il problema solito di come coprire le spese…
Le coperture ci sono e derivano dalla crescita della nostra economia, dalla spending review, che forse è stata meno drastica rispetto a quanto ci si poteva aspettare ma che comunque c’è, e inoltre dalla flessibilità che il Governo è riuscito a negoziare con l’Europa: 13 miliardi non sono pochi e sono l’attestazione che l’Italia non solo ha fatto i compiti a casa, come direbbe qualcuno, ma soprattutto ha rispettato le regole a differenza di altri paesi che restano da cartellino rosso.
Lo ha detto anche Renzi, ma lei a chi si riferisce?
Alla Francia e alla Spagna che non rispettano i vincoli europei, noi è dal 2012 che non sforiamo il rapporto deficit/pil e non abbiamo mai cercato scorciatoie. Siamo credibili per questo si è riusciti a negoziare questa flessibilità.
Renzi ne ha fatti 25. Scriva anche lei un tweet che spieghi la filosofia della manovra…
L’Italia ha ricaricato le pile e torna ad essere un Paese di industria, agricoltura, turismo e servizi che scommette su se stesso.