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Operazione liste pulite riuscita! Via i condannati dalle Camere

Il Cdm ha dato via libera al decreto legislativo sull´incandidabilità dei condannati in via definitiva a pene superiori ai due anni.   “Semaforo verde” in Consiglio dei ministri al decreto legislativo che introduce nuove norme in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguenti a sentenze passate in giudicato. Di fatto non potranno diventare deputato, senatore od europarlamentare, assumere cariche di governo ma neanche ambire a cariche elettive a livello regionale, comunale e circoscrizionale quanti hanno riportato condanne superiori a due anni per tutta una serie di reati gravi che vanno dall’associazione per delinquere al terrorismo, dalla riduzione in schiavitù alla tratta di persone, dal sequestro di persona all’associazione di tipo mafioso e per tutti i delitti contro la pubblica amministrazione (peculato, corruzione, concussione, malversazione ai danni dello Stato).

Esclusi anche coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione sempre per delitti non colposi per i quali siano previste la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni e, quindi, la custodia cautelare in carcere (non viene indicato un elenco preciso, ma le fattispecie possono essere tante: furto, rapina, usura, truffa, favoreggiamento personale, stalking, bancarotta fraudolenta, manipolazione dei mercati, frode fiscale, etc).   Una delega in tal senso era stata espressamente affidata all’esecutivo dal ddl anticorruzione entrato in vigore nelle scorse settimane: le nuove norme sulle cosiddette “liste pulite” prevedono la decadenza della carica qualora la causa di incandidabilita’ (ovvero la sentenza definitiva di condanna) intervenga durante il mandato.

Il decreto prevede anche che l’incandidabilità abbia effetto per un periodo corrispondente al doppio delle durata della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici: in ogni caso dura almeno sei anni. Le nuove misure valgono anche quando la sentenza definitiva viene patteggiata, ma in nessun caso l’incandidabilità può essere determinata da un patteggiamento intervenuto prima dell’entrata in vigore della nuova disciplina.   Per il Consiglio dei ministri, il testo unico favorisce “le condizioni per un sistema trasparente di rappresentanza in Parlamento”, contribuendo a “restituire ai cittadini la necessaria fiducia nei confronti dei candidati alle elezioni politiche europee, nazionali e locali, e delle istituzioni che rappresentano”.

Le misure varate oggi – ha ribadito il premier, Mario Monti, in conferenza stampa – affondano la “radice nella legge anticorruzione e poi nella legge delega di iniziativa parlamentare”: all’esecutivo Monti rivendica il fatto di essere “ben consapevole della grande rilevanza della materia per l’economia e la societa’ moderne e per una vita politica trasparente e ordinata”.   “La scelta è caduta sui reati per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni – ha ricordato il ministro della Giustizia, Paola Severino – perchè il legislatore li configura come una categoria di reati di gravità e pericolosità rilevanti per i quali è prevista la custodia cautelare.

La delega poteva essere riempita con criteri diversi, ad esempio con un’elencazione di reati uno per uno, ma questo avrebbe comportato un rischio elevato di dimenticanze e disattenzioni”. Il decreto sulle cosiddette “liste pulite” sarà ora trasmesso al parere delle Commissioni di Camera e Senato chiamate ad esprimere entro 60 giorni un parere obbligatorio ma non vincolante.



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