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Ecco le nuove tensioni tra Washington e Mosca

Il Congresso americano ha approvato la norma che prevede sanzioni per i funzionari russi implicati in gravi violazioni dei diritti umani, provocando l’ira di Mosca, che minaccia da tempo rappresaglie e ora precisa di aver deciso di replicare con le stesse misure, informandone direttamente il segretario di Stato Usa.

“Durante il mio incontro con Hillary Clinton a Dublino ho confermato che vieteremo l’ingresso in Russia degli americani colpevoli di violazioni dei diritti umani”, ha dichiarato il ministro russo degli Esteri Sergey Lavrov, secondo l’agenzia Interfax.   La legge approvata praticamente all´unanimità ieri sera dai senatori americani – e già votata dalla Camera – prevede da una parte la normalizzazione degli scambi commerciali con Mosca, tramite l’abolizione dell’emendamento Jackson-Vanik, un provvedimento dei tempi della Guerra fredda mantenuto in vigore come mezzo di pressioni sulla Russia post-sovietica. Ma allo stesso tempo introduce sanzioni come il divieto di ingresso negli Stati Uniti e il congelamento dei beni per quei funzionari considerati coinvolti nel cosiddetto “caso Magnitsky” e, più in generale, ritenuti in violazione dei diritti fondamentali.

Sergey Magnitsky era un avvocato del fondo di investimenti Hermitage Capital Management: denunciò la corruzione del sistema russo e nel 2009 fu lasciato morire in carcere, privo di soccorso medico e dopo aver subito abusi e violenze da lui stesso denunciati.



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