Prove tecniche di nuovo centro liberale e popolare alleato con il Pd di Matteo Renzi.
Non è rimasta isolata la sortita dall’interno di Ncd-Area Popolare che è arrivata negli scorsi giorni da Sergio Pizzolante, già parlamentare di Forza Italia e Pdl, ora esponente di Ncd. A Formiche.net la scorsa settimana aveva annunciato: ora serve costruire un centro che sia alleato del Pd renziano se l’Italicum contemplerà il premio alla coalizione: “Ci sono tante persone, che magari prima votavano Forza Italia o Udc, che voterebbero Renzi ma non il Pd – ha detto Pizzolante – Credo che un partito di centro, moderato, nuovo, liberaldemocratico, alleato di Renzi e in competizione costruttiva con il Pd per continuare con le riforme e cambiare il Paese, sia la strada da seguire per tutti noi. Avremmo a disposizione un’area stimata tra il 10 e il 15 per cento”.
Non è stato dunque un caso che ieri Fabrizio Cicchitto abbia di fatto riproposto e rilanciato l’auspicio di Pizzolante. Tre i caposaldi del pensiero dell’ex azzurro e berlusconiano della prima ora. Occorre superare l’esperienza di Ncd (Cicchitto scioglie Alfano, è stato il titolo di prima pagina di oggi del quotidiano Il Giornale). Inoltre occorre aprire un cantiere centrista con Denis Verdini e la sua Ala. E prepararsi a puntare al 3% alle prossime elezioni andando anche da soli, oppure in alleanza con il Pd renziano se sarà previsto un premio elettorale alla coalizione e non alla lista più votata.
Le parole di Cicchitto certificano un subbuglio all’interno del partito di Angelino Alfano che è stato acuito dall’annuncio di Gaetano Quagliariello di dimettersi da coordinatore del partito per lavorare a una prospettiva di centrodestra anche con i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto (eppure fino a poco tempo fa fra Quagliariello e Fitto non correva buon sangue), con il movimento Fare! di Flavio Tosi (i cui 7 parlamentari comunque hanno deciso di sostenere le riforme istituzionali e non solo del governo Renzi).
Movimenti che pure Pizzolante intravvede come interlocutori per una sorta di Moderati con Renzi: lavoreremo con “tutti quelli che oggi sono in Area popolare, Scelta civica, il movimento di Raffaele Fitto, quello di Flavio Tosi, Denis Verdini e varie forze civiche, da Alfio Marchini a Luigi Brugnaro”.
Come scritto oggi dal Corriere della Sera, si delineano due spinte all’interno di Ncd: da un lato potenziali prossime uscite verso il centrodestra come nel caso di Roberto Formigoni e Carlo Giovanardi (con Maurizio Lupi che attende chiarimenti sulle comunali a Milano), dall’altro quella che Tommaso Labate definisce “l’ala rosa” del partito, “rappresentata da quelle esponenti alfaniane – da Beatrice Lorenzin a Dorina Bianchi, passando per Federica Chiavaroli, Laura Bianconi e Rosanna Scopelliti – che potrebbero prima o poi accasarsi nelle liste del Pd”.
Ma tra i principali turbamenti vi è anche il rapporto con Denis Verdini. La sua Ala ha convergenze parallele con il partito di Alfano oppure in prospettiva può diventare il perno del movimento moderato alleato di Renzi soppiantando il ruolo attuale di Ncd? “I due filoni – ha scritto oggi il notista politico di Repubblica, Stefano Folli – per ora non si intrecciano, ma nessuno dei due può sopravvivere senza l’interesse e il sostegno indiretto del premier”.
Anche per questo la linea di Cicchitto è quella di coinvolgere nel centro liberale, popolare e riformista i verdiniani, che però ormai sono diventati sempre più arrembanti e incisivi anche grazie a un rapporto privilegiato di Verdini con Renzi e i renziani doc come Luca Lotti.
Tra gli alfaniani ci si domanda: davvero Renzi vuole azzopparci preferendo Verdini e i verdiniani come gamba moderata? La risposta al momento è no. Ma il banco di prova vero saranno le unioni civili e come Renzi vorrà esaudire o no le aspettative di Alfano.