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Le radici dell’antisemitismo

Woman in gold’’ è un bel film di Simon Curtis, magistralmente interpretato da Helen Mirren. Il film racconta la determinazione con cui Maria Altmann – ultima sopravvissuta di una ricca e colta famiglia viennese, perseguitata dal Nazismo – conduce una lunga e difficile battaglia legale (aiutata da un giovane avvocato che l’aiuta a vincere) per farsi restituire dal Governo austriaco un celebre quadro di Gustav Klimt (appunto ‘’La donna in oro’’) che altro non era se non il ritratto della zia della protagonista, sottratto alla famiglia dai nazisti.

Il film si avvale molto della tecnica del flash back per rievocare, tramite i ricordi di Maria, i tragici avvenimenti dell’annessione dell’Austria al Reich e mette bene in evidenza non solo il consenso popolare con cui furono accolti gli invasori, ma l’accanimento di tanti comuni cittadini contro gli ebrei.

Alla base dell’antisemitismo – una mala pianta antica, con profonde radici, mai estirpata completamente nel cuore dell’Europa, sempre pronta a germogliare i suoi frutti avvelenati  – ci sono tanti motivi atavici. Non ultima, l’invidia sociale nei confronti di  persone che, nelle difficoltà in cui sono vissute per secoli, hanno accumulato solidarietà di gruppo, talento, professionalità e, quindi, condizioni di benessere. Gli ebrei viennesi rappresentavano l’élite del Paese nelle arti, nelle scienze e negli affari. E queste erano le vere ragioni dell’astio plebeo  nei loro confronti, pronto ad esplodere, come un sentimento di vendetta, quando un sanguinario regime dittatoriale diede via libera. Riflettiamo anche oggi sui fatti di ieri, alla luce dei bagliori nefasti di quella invidia sociale che ha consentito ai movimenti populisti di insediarsi nelle società del Vecchio Continente. E cominciamo ad interrogarci su che cosa potrebbe succedere, da noi, se il M5S vincesse le elezioni.

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Che cosa accade, adesso, dopo che Rossella Orlandi non si è dimessa edha avuto l’elogio del Governo? Si dimetterà  il sottosegretario Enrico Zanetti ?

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Carlo Giovanardi ha abbandonato l’NCD. Insieme a lui se ne sono andati alcuni consiglieri comunali modenesi, esponenti locali emiliani  e ben 31 presidenti di circolo. Purtroppo per Alfano e i suoi è uscito dal partito persino il sindaco di Monzuno (ridente località dell’Appennino tosco-emiliano).

 

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