Riflettori sempre accesi sui francesi in forcing su Telecom Italia. Dopo l’ingresso nel capitale di Telecom Italia di Vivendi e ora pure del finanziere Xavier Niel, patron di Iliad (leggi qui il suo ritratto), addetti ai lavori e istituzioni scrutano le mosse dei nuovi azionisti. Oggi Niel, detentore di una quota potenziale del 15% in Telecom Italia, ha spiegato a Consob i dettagli della sua operazione e i rapporti con l’altro socio francese, Vivendi. Ma le questioni al centro delle discussioni non riguardano solo le mire industriali o finanziarie di vecchi e nuovi azionisti d’Oltralpe.
DUBBI E AUSPICI
Formiche.net ha evidenziato ieri un aspetto forse poco considerato. oltre a quello della rete fissa: “Il vero nodo strategico è anche, se non soprattutto, quello di Telecom Italia Sparkle, ovvero di una società controllata dal gruppo guidato dall’ad, Marco Patuano”.
Perché? Sparkle gestisce una rete di cavi lunga 450 mila chilometri tra Europa, America Latina e Mediterraneo sulla quale viaggiano i dati e le telefonate di Telecom Italia e di altri operatori nel mondo. Un asset di pregio sul quale alcuni colossi cinesi in passato hanno già manifestato un interesse.
L’auspicio è il seguente: “È proprio assurdo pensare a un ruolo di Cdp anche nell’azionariato di Telecom Italia Sparkle viste le scorribande di investitori esteri nel capitale di Telecom?”, è stata la domanda di Formiche.net.
COSA PREVEDE LA LEGGE ANTI-TERRORISMO FRANCESE
La possibilità che i dati di Telecom Italia possano essere in pericolo viene legata anche, ma non solo, alla normativa francese anti-terrorismo. A parlarne è oggi Luca De Biase sul Sole 24 Ore: “Telecom Italia resterebbe a tutti gli effetti un’azienda italiana, soggetta alle leggi italiane. Ma il suo management, nominato e sostenuto da azionisti francesi, potrebbe opporsi con forza a una richiesta di collaborazione alla sorveglianza internazionale francese?”.
Nata con l’obiettivo di salvaguardare l’interesse nazionale, la loi relative au renseignement è stata approvata dalla Francia nel maggio scorso per fini anti terroristici. L’aspetto più controverso della legge votata dall’Assemblea parigina – secondo alcuni addetti ai lavori – è quello di inserire nelle sedi degli operatori delle reti di telecomunicazioni una “scatola nera”, che è progettata per scoprire comportamenti scorretti o pericolosi da parte di uno o più utenti della Rete.
IL COMMENTO DI GUIDO SCORZA
Come può tutelarsi il nostro Paese? “Pur non potendo utilizzare la Golden share, nulla vieta di varare un decreto legge che stabilisca che chiunque sia l’azionista di controllo , la Telecom Italia dovrà continuare a garantire a tutti i cittadini italiani un livello di privacy non inferiore a quello stabilito dalla nostra legge”, ha commentato l’avvocato Guido Scorza al Sole 24 Ore.