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Roberto Perotti, Blaise Pascal e Laura Ravetto

Addii. Roberto Perotti annuncia che uscirà dalla squadra dei consiglieri del presidente del Consiglio. A stare a quanto hanno scritto i giornali a questo proposito (segnaliamo per tutti l’articolo di Federico Fubini sul Corriere della Sera di martedì 10 novembre) Perotti  – nominato commissario alla spending review insieme a Yoram Gutgeld (che invece è rimasto al suo posto) – non avrebbe gradito che le sue proposte di riduzione della spesa non abbiano trovato riscontro nel disegno di legge di stabilità. Ovviamente, questo gesto ha dato adito alle solite litanie sull’impossibilità di ridurre la spesa pubblica, tanto da costringere (da Piero Giarda, ad Enrico Bondi, fino a Carlo Cottarelli) a gettare la spugna. Tutta colpa della politica, alla fine. E se invece fossero gli intellettuali a considerare se stessi come il sale della terra? Blaise Pascal affermava che il cuore (la politica) ha delle ragioni che la ragione (l’accademia) non conosce.

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Quando verrà il turno di un altro bocconiano pieno di sé, come Tito Boeri?

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Addii. Laura Ravetto, battagliera deputata, di Forza Italia fa sapere, attraverso un tweet, che non ha più alcun fidanzato. Il suo era un patto del Nazareno in sedicesimo (essendo l’ex compagno un esponente del Pd). Peccato. Speriamo soltanto che non si sia messa di mezzo la politica.

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Scioperi della fame in vista. Dopo quello, rientrato, di Ivan Scalfarotto, sarà Monica Cirinnà a digiunare se entro gennaio del 2016 la legge sulle unioni civili, di cui è relatrice, non sarà approvata almeno dal Senato. Evidentemente Cirinnà confida in una promessa del Discorso delle beatitudini: “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati’’. Se poi quella che lei propugna è vera giustizia lo deciderà la storia.

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