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Perché Boeri non fa il presidente dell’Inps?

Tito Boeri è una creatura di Renzi, essendo stato collocato da lui sul trono di Mastrapasqua. Boeri, quindi, dovrebbe preoccuparsi della gestione dell’Inps: questo è il suo incarico, per il quale viene profumatamente pagato.

Ma, fin dalla sua nomina alla testa dell’ente previdenziale più grande della U.E.27, Boeri si dedica ad altro. Ossia, continua a fare il teorico, esattamente come faceva prima, quando insegnava alla Bocconi e quando, insieme a Stefano Patriarca, elaborava discutibili (per Noi, folli – NdR) teorie sulla necessità di taglieggiare le pensioni alte, per aumentare quelle basse. In realtà si trattava di appesantire le pensioni minime o pensioni sociali, non legate a contributi o legate solo parzialmente ad essi.

Da anni, insomma, Boeri e la sua “Voce.info” teorizzavano uno scippo pensionistico, una distrazione di fondi dalle “pensioni vere” – basate sui contributi versati – alle “pensioni false”, ossia a “regalie assistenziali”. Doverose per uno stato solidaristico, purché a carico dell’intera platea dei contribuenti attivi e pensionati, sulla base del reddito. E non finanziate come furto ai pensionati, come “mancia” da dare ai poveri.

Ma Renzi non poteva non conoscere le idee di Boeri: se l’ha scelto, l’ha scelto a ragion veduta. Per questo, ora, finge di non vedere, di non sentire, di non capire. Atteggiamenti personali molto facili, per uno che impronta la sua attività politica sul populismo, anzi sul populismo riformista o sul riformismo populista. La definizione non è mia ma di Luigi Tivelli (Italia Oggi, 4 Dicembre, pag.12).

Che Renzi abbia sbagliato molte scelte, ormai lo capiscono anche i tordi. Che molte di queste siano espressione di un dilettantismo cosmico, è altrettanto evidente a chi ha un po’ di sale in zucca. L’aver privilegiato il cerchio toscano o gli amici più stretti, ha favorito il dilettantismo nelle scelte delle persone. Ha favorito il varo di “misure alla Lauro”: gli 80 euro ai poveri; i 500 euro agli insegnanti; i 500 euro ai diciottenni; gli 80 euro alle forze armate. Mance, regalie, doni del potente al “popolo bue”: elargizioni elettorali invece di atti dovuti, come il rinnovo dei contratti pubblici. Mancette a perdere, invece di utilizzare quei fondi per scopi realmente educativi: l’accesso gratuito ai musei, ai teatri, ai cineforum…etc per tutti gli insegnanti e studenti. Truffe paesane, come la pretesa di fare passare la violazione (legge 109/2015)  della sentenza della Consulta (70/2015) come un “bonus Poletti”.

Deboli giochi di prestigio: la Consulta mi ha detto di restituirti il 100% del maltolto e tu mi ridai il 20% del furto relativo agli anni 2012-2013. Anzi, proroghi il furto per altri 3 anni, a milioni di pensionati. Complimenti. Siamo in democrazia, ma la condizione attuale del Parlamento rende difficile che il potere legislativo modifichi ciò che ha deciso il governo.

Non solo, ma la guerra iniziale di Renzi agli altri burocrati ed ai corpi sociali ha, di fatto, esautorato lo staff dirigenziale della PdCM facendo scrivere i provvedimenti legislativi ad uno staff esterno, con netto ed oggettivo peggioramento della qualità dei testi legislativi, leggi-DPCM o circolari che siano.

Agli scettici chiediamo di leggere il testo della Riforma Madia e delle sue circolari, come prova documentale.


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