Skip to main content

Tito Boeri è il ministro del Lavoro?

Pare che il Ministro del Lavoro si chiami Poletti, non Boeri.

È pur vero che Mastrapasqua era impegnatissimo, con una ventina di cariche retribuite in contemporanea. Ma Monti si interessava – più o meno – della gestione Inps e non pretendeva di esercitare le funzioni della Fornero. Oggi non è così. Dal suo insediamento alla testa dell’Inps Boeri ci riempie la testa di proposte previdenziali in linea con le sue teorie. E lo fa con ogni mezzo (stampa, radio, TV ), quasi a cadenza quotidiana.

Poletti, lui, poco parla e, quando lo fa, dice banalità. Nelle gente si sta diffondendo l’idea che Boeri sia un Robin Hood, un difensore delle “pensioni povere” e un giustiziere delle “pensioni ricche”, che sarebbero tutte rubate o quasi.

Ma Tito Boeri non è il ministro del Lavoro. Ed allora, delle due, l’una. O Boeri è usato da Renzi come una testa d’ariete per rompere il portone del castello delle pensioni medio-alte e da ciò nasce il silenzio del fiorentino. Oppure Boeri agisce di suo, perché vuole crearsi uno spazio politico, che ora non ha. In ogni caso, le esternazioni di Boeri fanno danno. Perché basate su dati economici fasulli e distorti e perché – lo diciamo per l’ennesima volta – non considerano le reali componenti del bilancio Inps e non tengono conto dell’enorme tassazione subita dai pensionati italiani.

In questa Italia è facile “dare i numeri”: è facile, perché manca il giornalismo d’inchiesta e perché le notizie “urlate” e “non verificate” vengono sempre credute verita’ assolute anche quando non lo sono.


×

Iscriviti alla newsletter