Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Gianfranco Morra apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
Diritti dell’uomo, certo. E della donna? Ancora di più. Ma anche della famiglia: “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di educazione da impartire ai loro figli” (Carta dei diritti dell’Onu, 26, 3). “È diritto dei genitori di provvedere all’educazione e alla istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni religiose, filosofiche, pedagogiche” (Carta dei diritti dell’Unione europea, 14, 3). Realtà o solo parole?
Giorni fa una parte non piccola di genitori italiani ha protestato, tenendo i figli a casa: la scuola non può proporre come leciti costumi opposti a quelli che noi insegniamo; la teoria del “gender” non è scientifica, è solo una invenzione per distruggere la bipolarità sessuale su cui si basano matrimonio e famiglia. Il libro della Marzano (Papà, mamma e gender), discutibili e sofisticate affermazioni prive di fondamento scientifico, non può divenire il testo obbligatorio della scuola, non siamo più ai tempi di Benito.
Famiglie retrive, oscurantiste. Ma chi lo dice? In ogni caso hanno il diritto di rifiutare un modello educativo contrario ai loro principi morali. Sono in gran parte cattolici, non è ancora un reato. Ma non tutti: il più alto ideale della famiglia parentale venne definito proprio dalla religiosità laica della borghesia liberale nel Sette-Ottocento, ha avuto i suoi filosofi in Kant e Hegel, Comte e Mazzini, i suoi cantori in De Amicis e Collodi. Laici e socialisti.
Il loro ideale di famiglia può essere discusso e anche modificato. Ma era pur sempre un ideale in positivo. Quello che gli agitprop del gender propongono è solo il mito della libertà individualistica e gratuita. Essi si limitano alla distruzione della famiglia tradizionale, non ne sanno proporre una nuova. Esaltano (dis)valori e comportamenti, che la legge non proibisce, ma dai quali i genitori hanno il diritto di tenere lontani i propri figli.
Oltretutto sostiene la teoria del gender, esaltata dalle lobby Lgtb (lesbiche, gay, trans, bi), una irrilevante fetta di italiani, dato che la stragrande maggioranza non sa che farsene del loro nichilismo narcisista e continua a privilegiare il matrimonio di sempre. Non vogliono una famiglia diversa, chiedono solo che lo Stato aiuti di più quella tradizionale. Anche chi ammette il divorzio, lo fa per potersi risposare. Non se ne esce con delle riforme burocratiche o tecnologiche, ma con la riconquista del vero modello di famiglia, che sta alla base della produttività e del progresso. Capace di educare i giovani alla responsabilità e alla solidarietà, non alla vita nomade e gratuita.