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Ecco gli ultimi giochetti al Luna Park delle pensioni

Nel Luna Park delle pensioni hanno nuovamente scoperto l’acqua calda. Tutti si lamentano perché vi sono 135mila pensionati in meno. E perché, in media, le donne percepiscono un trattamento inferiore di 6mila euro l’anno rispetto a quello degli uomini. Il fatto è che le riforme si fanno proprio per diminuire il numero delle pensioni (e quindi anche la spesa) rallentandone il flusso tramite più severi requisiti per l’età di pensionamento.

Nell’anno in cui entra in vigore un inasprimento delle regole (secondo un consueto percorso di gradualità) gli assegni diminuiscono di numero, poi magari aumentano l’anno successivo.

Quanto al caso delle lavoratrici, non è il sistema pensionistico a portare la responsabilità di importi più bassi di quelli dei lavoratori. Si tratta, purtroppo, della posizione di maggiore debolezza che le donne hanno nel mercato del lavoro e che si riflette anche sulla pensione.

E’ sufficiente ricordare, ad esempio, che sono gli uomini ad utilizzare, in grande maggioranza, il pensionamento anticipato di anzianità perché sono in grado di far valere storie contributive lunghe e continuative (almeno nel caso delle attuali generazioni di pensionati e pensionandi) come quelle richieste per tale tipologia di trattamento.

Le donne, invece, sono in prevalenza costrette ad attendere il compimento dell’età prevista per la vecchiaia, quando il requisito contributivo minimo richiesto è di soli 20 anni. Così, accade che, di solito, le donne vadano in pensione più tardi e con un assegno più basso di quello degli uomini.

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Il 14 gennaio le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil presenteranno la loro proposta per la riforma della contrattazione collettiva. Ne vedremo i contenuti. Gli osservatori attenti, durante la conferenza stampa, non potranno non notare che, quanto all’età, Carmelo Barbagallo e Susanna Camusso potrebbero essere, rispettivamente, il padre e la madre di Matteo Renzi e di alcuni suoi ministri. Annamaria Furlan, dal canto suo, potrebbe essere benissimo una zia.

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In una intervista al Corriere della Sera, Giorgio Napolitano ha annunciato che dirà Sì nel referendum istituzionale. Era proprio opportuno che, ad aprire la campagna elettorale, fosse un ex presidente della Repubblica, in carica quando la legge di (contro)riforma venne concepita? In ogni caso, votare Sì è un suo diritto. Come è un mio diritto quello di votare un No rotondo e convinto.

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